Si sente dire spesso che in America c’è il problema inverso dell’Italia: mentre nel nostro paese ad “uscire” sono soltanto, nell’epoca moderna, i prodotti dei reality shows e gli eredi dei cantautori italiani, condannando tutti i gruppi o singoli artisti emergenti “alternativi” a rimanere nel più triste e muto dell’anonimato, negli States (e nel florido Canada) chiunque imbracci una chitarra in mano sembra acquisire da subito il diritto a vivere (più o meno a lungo) di musica, generando un traffico artistico mostruoso, soprattutto giovanile. Tra metalcore, emo, punk, pop-rock e via dicendo sono innumerevoli i gruppi liceal-universitari già inseriti nel mercato discografico a stelle e strisce, per la gioia dei baby americani. Per questo principio, fossero nati in Florida o nel New Jersey, ne avrebbero fatto parte anche i Punch In Mouth, giovane punk band di Pomezia nata nel 2008: Leonardo Franco, Luca Lattari, Marco Geremia e Fabio Amoroso hanno quel “college rock” nel loro DNA, tipico di Sum 41, Simple Plan, Fall Out Boy, primi Green Day, Blink 182 e Finley, fatto di brani semplici, brevi e dalla giusta intensità, con un sound tipicamente d’oltreoceano.“Ovviamente sarebbe fantastico avere un contratto discografico di livello, che ci possa permettere di fare per tutto il giorno la cosa che più ci piace, ovvero suonare – ammette il chitarrista Luca – ma per ora ambiamo a farci conoscere in Italia e all’estero. Il nostro nuovo disco, in ultimazione in questi giorni, ha un’impronta completamente diversa dal pop-punk del primo Ep, con sonorità più vicine al post-grunge di Alter Bridge, Foo Fighters ed Angels and Airwaves. E’ da un anno che ci lavoriamo ed ora finalmente è quasi pronto”. Cambio di rotta fortunato?
I Punch In Mouth hanno rilasciato il loro primo Ep (“Space Punk Ep”) di sei tracce nel 2010, con distribuzione e vendita a cura dell’etichetta indipendente This Is Core Music; per fine Gennaio è, invece, prevista l’uscita del primo full-lenght album della band, prodotto da Luca Fareri, già al fianco dei quattro nel lavoro precedente. “Non vediamo l’ora di farlo uscire. Crediamo molto in questo disco perché abbiamo fatto tanti sacrifici per realizzarlo e, in un mercato in decadimento come quello italiano, ha il pregio di ‘suonare vero’. Amiamo ogni sua singola canzone, se poi piacerà anche alla gente che lo ascolterà sarà ancora meglio”. Con la speranza che sia efficace e crudo, proprio come un pugno in bocca…
Marco Reda
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“Say Sorry” Track