C’è una novità per voi, cari lettori: da oggi, ogni martedì, su Cinque Giorni, Elisa Isoardi terrà la sua rubrica “Per Elisa”: un fatto di attualità commentato dalla nota conduttrice di Unomattina.
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Da dieci giorni le immagini dell'inabissamento della Concordia passano nei tg e nei programmi di approfondimento. Immagini drammatiche che i telespettatori hanno imparato a memoria, tanto che per molti ormai la nave dei sogni coricata su un fianco sopra la scogliera è entrata a far parte dello scenario del Giglio.
Domenica sono stati molti i turisti che si sono recati sull'isola per farsi fotografare con la Concordia sullo sfondo: un modo per sentirsi protagonisti di una tragica storia di cronaca che per certi aspetti s'è trasformata in reality, con le testimonianze dei sopravvissuti, il racconto di molti gesti eroici, e soprattutto la telefonata, trasmessa centinaia di volte, tra Schettino e il comandante della capitaneria di porto di Livorno De Falco nella quale quest'ultimo intimava al comandante della Concordia che aveva abbandonatola sua nave, di risalire a bordo.
Quando ho sentito quella conversazione per la prima volta in un servizio del Tg1, ero in cucina a preparare il pranzo: sono rimasta impietrita, il vuoto nello stomaco. Mi è presa una sensazione di angoscia pensando a quegli istanti in cui Schettino era in salvo e tanti stavano ancora lottando per uscire vivi da quella nave. «Non può essere andata così» misono detta, e invece era tutto vero. Mi è tornata alla mente la figura del capitano Smith del Titanic, quello che non ha abbandonato l'imbarcazione e si è preso le sue responsabilità, addirittura affondando a bordo della nave. Un'immagine così lontana da quella di Schettino, che non è tornato sui suoi passi e ha lasciato al proprio destino i tanti ospiti della crociera della quale lui era al comando.
Elisa Isoardi