Ex Libertines, ex Babyshambles, ex fidanzato di Kate Moss, ex “bad boy” del pop inglese, se non altro per i 33 anni suonati che tra meno di un mese si porterà sul groppone. Peter Doherty detto Pete ha fatto dell’abbandono uno stile di vita, lui che pur nel suo essere sempre dannatamente trendy, lascivo e sciatto lo è per fisionomia. Il cantante, cantautore, poeta, scrittore, genio, cialtrone – affibbiategli tutte le etichette che volete, secondo i vostri gusti – ha rischiato persino di diventare un’ex icona del rock, impantanato in quel fastidioso blocco creativo che gli unici fogli che ha visto riempire d’inchiostro sono quelli sbagliati delle riviste di gossip. Non poteva che essere un addio, quindi, a svegliarlo dal letargo. A resuscitare il buon Pete ci ha pensato la morte dell’amica e compagna di bevute Amy Winehouse, eroina maledetta quanto lui della musica britannica.
Ritiratosi “a vita privata” all’indomani della tragedia, Doherty si è rimesso chino sulla sua chitarra ed è tornato a scrivere canzoni. Poche – a dire il vero – ma nuove: alcune di queste le presenterà stasera al pubblico capitolino dell’Atlantico nel primo dei quattro appuntamenti acustici che lo vedranno impegnato in Italia. A dir la verità il ragazzone di Hexham non ha perso affatto vizi e vizietti degli ultimi anni. Alcol, psicofarmaci e droghe varie sono ancora protagonisti nella sua vita recente. Nemmeno un paio di mesi fa è uscita la notizia delle fantomatiche “visioni” che il cantautore pare abbia avuto del fantasma di Amy. Questo almeno è quanto è stato rivelato al Sun da un anonimo amico (spione) del cantante: «Pete è profondamente convinto di aver visto il suo spettro. Un sacco di gente adesso penserà che queste apparizioni siano indotte da farmaci o stupefacenti, ma lui sostiene di essere pulito». Sporco o no, sta di fatto che Doherty è corso a rifugiarsi nella sua casa di Parigi, e che lì ha finito di comporre i brani che andranno a formare il suo secondo album solista, in uscita quest’anno.
Ben vengano però il Louvre, Montmartre, la Winehouse col lenzuolo bianco e tutto il chiacchiericcio becero che lo circonda, se alla fine dei conti il risultato è finalmente un disco nuovo di zecca. Tra i pochi inediti proposti da Doherty nei concerti inglesi tenutisi a gennaio, ci sono “Farmer’s Daughter” e “Down For The Outing”: due dei pezzi che dovrebbero essere inclusi in una tracklist che vede anche la collaborazione del bassista dei blur graham Coxon. Per il resto, il live voce e chitarra del musicista sarà fatto dei successi di Libertines e Babyshambles. Quello di stasera non è certo il primo concerto romano dell’eroe ribelle inglese. Nella Capitale Doherty ha già suonato al Teandastrisce, al Qube e al Piper. Quest’ultima, in particolare, fu un’esibizione roboante, durante la quale Pete andò sul palcoscenico brandendo sangue dopo aver ricevuto una bottigliata di vetro in una rissa, poi prese l' asta del microfono per colpire uno spettatore e infine decise di utilizzarla per spaccare gli strumenti del locale, concludendo la sua performance stremato e faccia a terra. La sintesi di una vita, ancora giovane, passata a martoriare il genio che è in lui a colpi di sostanze chimiche e superalcolici. A colpi di rock’n roll.
Francesco Gabriele