Galleria Mondo Bizzarro, le “bambine” di Mijn Schatje tra fiaba e mistero

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E’ una mostra che andrebbe gustata in silenzio quella di Mijn Schatje alla Galleria Mondo Bizzarro. O tutt’al più con un lento e costante andare di carillon di sottofondo, giusto a infondere quel tocco di inquieta solitudine che ben si addice con lo stesso “motto” caro alla giovane francese: “Il romanticismo è surreale”. Ha inaugurato ieri negli spazi di via Reggio Emilia la personale “Still life” dell’artista Marie Blanco Hendrickx, che ha scelto come pseudonimo per la sua arte lowbrow quello di “mio piccolo tesoro”, significato letterale di “Mijn Schatje” in lingua olandese (l’idioma di suo padre).

Non ancora trentenne, la creativa parigina è già una delle più apprezzate produttrici di iconicità della nostra epoca, nonché una delle rare, rarissime donne a utilizzare programmi di illustrazione digitale come principale strumento della propria creatività. In esposizione fino al prossimo 6 marzo ci sono le “sue” bambine: piccoli capolavori di ingenuità e malizia che popolano un mondo per certi versi fatato, per altri misterioso se non addirittura angosciante. I suoi inconfondibili ritratti scaturiscono dall’immaginario pop contemporaneo, fondendo in un unico linguaggio le visioni incantate dell’iconografia fiabesca, le tendenze dell’arte nipponica e la cultura manga. Nei quadri affissi da Mondo Bizzarro emergono delicate “paper dolls” digitali dai grandi occhi elfici, prese in prestito dal mondo delle fiabe e restituite alla realtà come avvolte in un’aura di cristallina e oscura purezza. Silenzio e tensione, innocenza e seduzione si contendono la scena in suggestioni che dietro una parvenza romantica svelano un profondo senso di tristezza. Questo viaggiare sul bordo, in bilico tra il rassicurante calore delle camerette delle adolescenti e il mare oscuro dell'età adulta, ha reso Mijn Schatje popolare nel campo dell'illustrazione così come in quello della moda e dell'arte ipercontemporanea.

La francese trasforma le sue creature in autentiche ninfe angelicate, con una pelle diafana che ricopre le carni trasparenti e quei dolci occhi, enormi e ipnotici, la cui forza si alimenta di bellezza e innocenza. Nello sguardo di queste piccole donne ci sono storie d'infanzia, speranze perdute e nuovi ideali. C’è la scoperta della sensualità e la nostalgia delle cose “come erano una volta”. E ancora l'amore per la natura e gli animali e l’angoscia per il futuro del pianeta. Laureatasi in Fine Art and Graphic design a Parigi, Mijn Schatje ha subìto sin dai suoi primi passi il fascino del surrealismo, anche se è soprattutto con la conoscenza dell’arte lowbrow e pop che l'artista ha trovato la sua mèta d’approdo ideale: un movimento attraverso il quale poter esprimere quel marasma di emozioni che agitano il suo animo. Sono sentimenti, questi, che hanno radici profonde e che attingono dalla purezza della sua infanzia, guidata da una famiglia multietnica e quindi aperta, col cuore e con la mente, a ogni genere di cultura. La libertà è la forma mentis che ha accompagnato Mijn Schatje lungo tutto il suo cammino creativo, alimentando in lei la voglia di conoscere i tanti e diversi modi di pensare l’arte. Cultura europea, americana e giapponese. E ancora tecnica digitale, fotografia, illustrazione, design, moda e pubblicità. Le sue più grandi passioni tutte unite dal filo conduttore delle bambole, che «raccontano molto sugli esseri umani, anche se non riescono a respirare e parlare». Le bambole come momenti di evasione: «la nostra generazione ha bisogno di ideali, l’innocenza e lo svago associati non sono riservati più ai soli bambini».

Ad affiancarla nelle sale di Mondo Bizzarro c’è Luisa Montalto, importante illustratrice romana che debutta nel mondo dell’arte con “+Me”, una mostra-manifesto di una ventina di piccoli dipinti realizzati ad olio. Se le sue opere di solito sono popolate da ragazzine e post adolescenti pronte a irrompere nel mondo con vitalità e spensierata allegria, in questa personale troviamo una serie di autoritratti, più riflessivi, con volti quasi grotteschi, illuminati solo da piume iconiche.

Fra. Ga.

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