L’avevano detto qualche giorno prima dell’appuntamento, tra Facebook e compagnia bella: il Porky’s Pub di Frascati sarebbe esploso, risucchiato, raso al suolo, fate voi. Ma il concetto porta allo stesso esito, lo sballo totale a suon di rock/metal. Quello genuino, maturo, che viene direttamente dal cuore. Quello degli Helligators. Gli anni passano per tutti, si sa, ma la loro grinta non ha nulla da invidiare ad un gruppo di ventenni, dato che sulla soglia dei “quaranta suonati” il rischio è di non reggere come un tempo. Anzi…
Alle 00.15, dopo l’apertura dei MistyMorning, l’Intro di basso di RobGoblindà il via alle “danze”, seguito dall’ingresso sullo stage del resto della combriccola. E’ Kamoche, appena imbracciata la chitarra, filma il pubblico con il suo iPhone, prima dell’inizio della discesa agli Inferi. “SouthernCross” ha una partenza ”a cannone”, da spettinamento dei capelli, dal ritmo andante ma non troppo spinto (costante delle ritmiche degli “Helly”) ed un lungo finale strumentale con prima digressione della Gibson Les Paul Customdi Daniele “Kamo” Tomassini. E’ poi il turno di “Cruel”, in cui si procede a ritmi (e volumi) elevati, con tanto di growl nel ritornello dell’altro guitarman, Michele Chessa, e nuova fuga solistica di Kamo. L’atmosfera è abbastanza calda per una delle migliori canzoni dello show (e del repertorio della band), quella “StoneCrusher Lou” anticipata dal “Muovete il culo” urlato dal frontman Hellvis: c’è molto di Motorhead ed AC/DC nelle sonorità di questo brano, James Hetfield dei Metallica è invece la fonte di ispirazione principale per le parti cantate, con contorno di Lemmy Kilmister dei Motorhead. Un bridge all’ennesima potenza ed una presenza scenica da lasciare senza parole fanno da cornice ad un ritornello esemplare, con le tre voci ben coordinate tra loro (altissime le tonalità raggiunte da Chessa). Compaiono anche un po’di Alter Bridge nella traccia successiva, “Kill The Monster”, dalle “gran pezza” ed ottime armonizzazioni vocali nel finale. Il clima è caldissimo, sul palco e tra il pubblico, e “Burn” è quanto mai azzeccata per fornire un’ulteriore foto della serata, essendo anche uno dei cavalli di battaglia degli Helligators; far intonare il ritornello al pubblico ormai va molto di moda, tra pro ed emergenti, ma non riesce proprio a tutti… I cinque romani hanno come punto di forza anche l’estrema potenza nelle parti all’unisono, in cui sembra di avere a che fare con delle testate sui denti più che delle note.
La “soft intro” della chitarra di Michele, unita alla voce di Hellvis, introduce il pubblico nella loro “Bloody Blue”, la traccia più soft della serata (quasi alla Red Hot Chili Peppers) in cui però, nel finale, c’è spazio per un nuovo assolo dell’ispiratissimo Kamo. La prima sorpresa del live si chiama “Ace Of Spades”, cover dei Motorhead, la seconda si chiama Andrea De Luca: il frontman dei MurderSpree, thrash metal band dei Castelli Romani, sale sul palco del Porky’s, prende in consegna lo scettro dal cantante Hellvise scalda (ancora?!?) i fan con un’ottima revisione di uno dei brani più celebri di Kilmister e compagni, restituendo poi la scena agli headliner di turno, che vanno ad eseguire una mozzafiato “Against All Odds”, title-track del loro ultimo album pubblicato, da un intro che più metal non si potrebbe (doppio pedale, chitarre super distorte e basso metallico a supportare il tutto) ed una grandissima intensità. “Gimme A Break”, in cui lo sguardo minaccioso di Hellvisè quello di un Alligatore Degli Inferi dagli occhi di ghiaccio spiana poi la strada a “Tattooed Killer”, quella del videoclip che sta facendo il giro del web (YouTube) e delle radio capitoline (Radio Rock), eseguita in maniera perfetta. Il bis di “Southern Cross”, richiestissimo dai fans, è soltanto un ultimo piacere per le orecchie dei presenti.
C’è chi, anche a livelli alti, fa uso di chissà quali sostanze per reggere un concerto e, invece, chi supporta un’ora e dieci di puro spettacolo senza batter ciglio. Potendo fare ancora di più. Il risultato è il più potente dei cocktails tra musica esplosiva ed esperienza sul palco. E la testimonianza che, in età non più adolescenziale, non esistono solo poveri uomini ammogliati o inciabattati. Il che è un bene. Per tutti.
Marco Reda
1 – Intro
2 – Southern Cross
3 – Cruel
4 – Stone Crusher Lou
5 – Kill The Monster
6 – Burn
7 – Bloody Blue
8 – Ace Of Spades (feat Murder Spree’s Andrea De Luca)
9 – Against All Odds
10 – Gimme A Break
11 – Tattooed Killer