L'ennesimo delitto, l'ennesimo fatto di sangue. Stavolta in provincia di Perugia, a Ramazzano, dove la scorsa settimana Luca Rosi, 38enne con la passione per il calcio, è stato brutalmente picchiato e poi ucciso con quattro colpi di pistola mentre tentava di difendere la propria ragazza dalla banda di malviventi entrata nella villetta dei genitori per mettere a segno una rapina.
Una storia che colpisce e fa inorridire e che gli inquirenti sembrano mettere in relazione con un'altra rapina, avvenuta a febbraio poco distante, a Resina, nel corso della quale una sudamericana di 54 anni era stata violentata. Fatti che fanno ancora una volta riflettere sulla natura gratuita della violenza, sulla banalità del male, direbbe Annah Arendt, che trasforma un ladro in uno stupratore e in un assassino.
Ricordate la storia di Erika e Omar, che uccisero a coltellate la madre e il fratellino di lei? E quella delle tre amiche che massacrarono una suora per gioco, per vedere l'effetto che fa? O ancora la vicenda di Piero Maso, che uccise a badilate i genitori per mettere le mani sui loro soldi? Vicende lontane nel tempo e nello spazio ma che non smettono di inquietare a distanza di anni. Scene da Arancia Meccanica che purtroppo non fanno parte di un film e che dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che il male non conosce confini.
Elisa Isoardi