La magia del Cirque du Soleil torna a Roma: gli artisti della compagine canadese illumineranno il Palalottomatica da stasera fino a domenica 18 con lo spettacolo "Saltimbanco". Il più classico degli show del Cirque de Soleil, in tour in tutto il mondo dal 23 aprile 1992, è una caleidoscopica celebrazione dell'agilità e dell'abilità artistica del gruppo formato nel 1984 da una ventina di artisti da strada che ha rivoluzionato il concetto tradizionale di circo scegliendo di portare sulla scena artisti, mimi, acrobati, giocolieri e lasciando in pace gli animali. Il tema dello spettacolo "Saltimbanco" è la vita metropolitana, la città in tutto il suo dinamismo, tra grattacieli dall'altezza smisurata e la frenesia delle persone che la abitano.
La fantasia degli artisti del Cirque du Soleil trascina gli spettatori in un mondo magico e fuori dall'ordinario, in una rappresentazione viva e barocca della città ideale, un luogo in cui la diversità diventa motivo di speranza. L'idea della città si riflette nei numeri messi in scena e nei personaggi rappresentati. I corpi di tre acrobati si fondono per dare vita a figure impressionati che rievocano la nascita, il nucleo familiare e la fragilità umana nella città moderna. I pali cinesi su cui si arrampicano gli artisti (fino ad oltre 8 metri dal palco) richiamano i grattacieli della metropoli. Da sotto i ponti sbucano i "barocchi", l'archetipo dell'esuberanza cittadina, ribelli e anticonformisti celebratori della vita. La loro ribellione fa cedere le inibizioni del Barone, la guida nel mondo di "Saltimbanco", figura imponente con mantello, guanti e tuba. Non mancano la figura del giullare, del folle che fa da tramite con il mondo reale e quello fantastico dello spettacolo, insieme al bambino – il centro di ogni società e cuore di ogni famiglia -, il sognatore che si fa beffe del mondo che lo circonda, i cavalieri che proteggono i più deboli e il direttore di circo che vuol sottrarre il potere al barone, la bella che canta la promessa di un futuro migliore, vermi multicolore e vermi mascherati, e su tutti la Morte, che sfida a vivere il presente come se l'ultima ora fosse ormai vicina, un fantasma nero e spaventoso che è insieme passato, presente e futuro e ci ricorda senza pietà che siamo tutti mortali. Il tutto tra giochi di prestigio, altalene russe, duo sul trapezio, performance a due che sfidano ai limiti la forza umana, equilibrismi incredibili sulle biciclette, boleadoras e bungee-jumping, per un cast composto da oltre cinquanta artisti provenienti da venti paesi diversi.
Ma uno dei protagonisti principali dello spettacolo è la musica: René Dupéré ha creato una colonna sonora ispirata alla vita urbana, ritmica e cosmopolita. Lasciando da parte il vociare e il caos del traffico dell'ora di punta, il sottofondo è il rumore di una città piena di luce e speranza. Le canzoni sono un grammelot di varie lingue, tra cui anche l'arabo, lo svedese e il tedesco mentre un canto d'opera in italiano popolare del XIII secolo accompagna i voli di quattro artisti legati a dei bungees, ondeggiando e svolazzando in aria ricreando l'illusioni di bellissimi uccelli colorati che volano nel cielo. La struttura del vecchio palazzo dello sport dell'Eur sarà nascosta dalla scenografia che ricrea lo spazio urbano con gel colorati, l'uso sapiente di luci che crea spazi nuovi lasciando altri punti nell'oscurità e illumina cinematograficamente i personaggi, avvolti in costumi di seta, cotone e spandex creati appositamente per ciascuno di loro man mano che lo spettacolo si sviluppa. Dal debutto di vent'anni fa, "Saltimbanco" è cresciuto e si è adattato al passaggio dal tendone ai palazzetti. Musiche, scenografie, costumi, luci sono stati riarrangiate per il nuovo ambiente. Eppure rimane uno spettacolo itinerante, pronto ad essere smontato e imballato per essere poi spedito e rimontato di città in città, di teatro in teatro, lasciando ogni volta a bocca aperto per lo straordinario atletismo dei suoi interpreti e per la fantasia, colore, spettacolarità, esperienza tecnica della sua realizzazione.
Chiara Cecchini