Tornano i Bedtime For Charlie: “The Snake” anticipa il nuovo album

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Li avevamo lasciati davanti alla porta di uno studio, nel Dicembre scorso, pronti per registrare il loro nuovo album dopo diversi lavori ed altrettanti tour in giro per l’Europa (e non solo). Dopo qualche mese da quella data, i Bedtime For Charlie il disco ce l’hanno in tasca, quasi ultimato. Il singolo “The Snake”, disponibile per l’ascolto online da ieri sera, è soltanto una pillola punk-rock per domare l’impaziente pubblico. A giudicare dal sound non sembra che lo si voglia calmare, ma stuzzicare ancor di più. Il quartetto capitolino anticipa qualcosa dei nuovi progetti, in esclusiva per CinqueGiorni.it.

L'uscita del nuovo lavoro "Bright Light City Skyline" è ormai alle porte. Qualche indiscrezione?
Si tratta di un disco un po’ diverso dai nostri precedenti, sicuramente più vario e meno veloce (a livello di beat) e forse anche un tantino più curato per quanto riguarda il songwriting, visto che ci sono voluti praticamente due anni per scriverlo (il pezzo più vecchio risale addirittura al 2009).I brani saranno dodici e vorremmo far uscire almeno due o tre singoli, con video e tutto il resto, per cercare di promuoverlo come si deve. Non sappiamo ancora quale sarà la data precisa di uscita, speriamo prima di Maggio”.

Tour promozionale: è tutto già pronto o è un "working in progress"?
“A Maggio partiremo per un tour di un mese in Est Europa, a breve renderemo pubbliche le date; i piani poi sono di tornare in Giappone in autunno, probabilmente in concomitanza con l'uscita del disco da quelle parti, e cercare di organizzare di lì a poco uno o più tour in Europa, per coprire più o meno tutte le zone in cui uscirà. Per quanto riguarda l'Italia continueremo con le date nei week-end, come abbiamo sempre fatto”.

I Bedtime For Charlie sembrano essere più noti all'estero (soprattutto in Asia) che in Italia: scelta voluta o conseguenza di una maggior apertura musicale dei paesi in questione, rispetto all'Italia?
“In realtà è una cosa un po' casuale, forse determinata dal fatto che in Italia il genere di musica che suoniamo non va più come una volta, mentre all'estero ha ancora una certa fetta di pubblico (che ovviamente varia da posto a posto). Forse qui si tende a seguire un po' troppo le mode del momento e molto spesso, per gruppi come il nostro, è anche complicato organizzare delle date dignitose in altre città o addirittura nella nostra. In generale, comunque, ci farebbe molto piacere riuscire a suonare di più in Italia. Speriamo  che le cose vadano meglio in futuro”.

Marco Reda

 

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