A quarantatré anni di distanza dalla prima messa in scena, arriva a Roma l'opera rock per eccellenza: "Tommy", capolavoro visionario degli Who, portato sullo schermo nel 1975 con la regia folle di Ken Russell e con un cast di artisti in partecipazione straordinaria che solo a leggerlo fa rabbrividire: Elton John, Tina Turner, Jack Nicholson, Oliver Reed, Ann Magret, Robert Powell, Eric Clapton. Un film eccessivo, come tutti quelli del regista di "I diavoli", al quale presero parte anche tre membri della band: nei panni dell'orrendo zio Ernie c'è il batterista Keith Moon (morto nel 1978 e mai più sostituito), l'autore Pete Townshend che interpreta se stesso e il cantante Roger Daltrey nel ruolo del protagonista.
Ed è proprio l'istrionico vocalist e leader del gruppo inglese simbolo del rock anni Sessanta a portare "Tommy" all'Auditorium Conciliazione stasera e venerdì per un'esecuzione dal vivo, dall'inizio alla fine come non era mai stato fatto finora nemmeno ai tempi della formazione originaria degli Who. Daltrey è accompagnato nell'impresa da una nuova band composta da Frank Simes alla chitarra, Scott Deavour alla batteria, Jon Button al basso, Loren Gold alle tastiere e Simon Townshend, fratello di Pete. Il leggendario chitarrista degli Who ha dato il beneplacito allo spettacolo: «È fantastico vedere Roger che porta in concerto "Tommy" con la sua band. Il mio cuore e il mio spirito sono con loro e Roger ha il mio appoggio totale» per quella che definisce «una versione eccezionale» del lavoro originale usato come ossatura che comprende altro materiale. Oltre alla musica di "Tommy", infatti, per la gioia dei fan ci saranno anche una selezione dei brani storici del gruppo e altri brani tratti dalla carriera solistica di Daltrey.
L'appoggio di Townshend è fondamentale in un'operazione come questa perché non si può capire appieno "Tommy" senza pensarlo come la metafora autobiografica della vita di Pete, ragazzo dei bassifondi di periferia con un'immaginazione fervida che gli consente di crearsi un suo mondo personale e che solo grazie agli Who potrà scacciare i propri fantasmi sentirsi vivo. L'esperienza musicale con il gruppo che rivoluzionò il rock è simile infatti alla progressiva affermazione e presa di coscienza che Tommy compie nell'opera, così come rimanda allo stato di cecità in cui spesso versa l'uomo, impossibilitato ad agire pur restando cosciente di tutto quello che gli accade intorno.
Traumatizzato nell'infanzia dall'aver assistito attraverso i riflessi di uno specchio all'assassinio dell'amante della madre da parte del padre improvvisamente ritornato dalla guerra, Tommy ha perso tutti i sensi primari, diventando di colpo cieco, muto e sordo. Personaggi strani e inquietanti popolano la sua vita: Acid Queen (interpretata nel film da Tina Turner), il malefico cugino Kevin, il violento zio Ernie fino al mago del flipper Pinball (nientepopodimeno che Elton John, con occhiali extra large e completi glam). Grazie al tatto, l'unico senso rimastogli, Tommy riesce a diventare campione di Flipper e a prendere via via coscienza di sé, fino a guarire del tutto una volta scoperta l'ossessione per gli specchi. Nel doppio album leggendario uscito nel 1969 ed entrato nella Grammy Hall of Fame nel 1998, con oltre venti milioni di copie vendute in tutto il mondo, la storia inquietante e violentissima – Tommy è un bambino disabile abusato anche sessualmente in famiglia e che prova droghe pesanti come lsd – viene raccontata con ventiquattro tracce musicali che contengono capolavori "Pinball Wizar", "The Acid Queen", "I'm Free", "See me, Feel me", "We're not gonna take it". Brani che nel tempo hanno acquisito propria dignità slegati dal corpus complessivo di "Tommy" ma che vanno riascoltati tutti insieme in questa opera monumentale, magniloquente, folle e forse in fondo non riuscita, come tutti gli altri tentativi di rock opera, dal predecessore "Arthur" dei Kinks e "Quadrophenia", ancora degli Who, ma che rappresenta un punto di svolta nella storia della musica contemporanea.
Chiara Cecchini