Passatempo per ricchi borghesi annoiati, “La cena dei cretini” è un gioco, uno scherzo di pessimo gusto, che viene tirato da un gruppo di amici ai danni di un'altra persona, considerata poco intelligente e facile da sbeffeggiare. Questo gioco al massacro è stato già portato prima in teatro e poi al cinema dal francese Francis Veber, uno specialista del genere. Il testo ha avuto talmente successo da essere ripreso in America con il titolo "A cena con un cretino", diretto da Jay Roach e interpretato da Steve Carell. Dopo tre stagioni consecutive nei teatri di Parigi, la commedia è diventata un vero e proprio cult, soprattutto dopo il film del 1998 con Thierry Lhermitte, Jacques Villeret e Francis Huster, che ha fatto incetta di premi Cesars (gli Oscar del cinema francese), conquistandone ben sei. Il duo comico Zuzzurro e Gaspare (al secolo Andrea Brambilla e Nino Formicola) la sta proponendo da ieri (in scena fino all'8 aprile) al teatro Sala Umberto. La trama è semplicissima ma di grande impatto comico.
Ogni mercoledì sera, un gruppo di amici ricchi e annoiati si concede un momento di svago, per sfuggire al tedio e alla monotonia della loro vita tra gli stucchi e le boiserie delle loro belle case, e organizza la cosiddetta "cena dei cretini": i partecipanti devono portare a turno un personaggio giudicato da tutti come un cretino, appunto, e che sia talmente ignaro di esserlo da poter essere facilmente messo in mezzo per diventare così lo zimbello di tutti i commensali, bersaglio di scherzi atroci e brutte figure. Sempre a caccia di cretini da invitare, Jean segnala all'amico editore Pierre Bronchard l'esistenza dell'esemplare perfetto con il quale allietare le loro cene: François Pignon, impiegato contabile al ministero delle Finanze. Per accettarsi dell'effettiva "utilità" del soggetto ai loro scopi, Pierre invita François a prendere un aperitivo a casa sua (un bellissimo appartamento, con sculture, quadri di valore, oggetti preziosi) per testarlo e poi portarlo alla cena dagli amici. La prima impressione è ottima: François è un vero cretino, assolutamente senza speranza. Pierre si frega le mani, contento di aver trovato una tale perla ma, come nelle migliori commedie (e i francesi sono sempre eredi delle farse di Faydeau) qualcosa inizia non andare per il verso giusto. Bloccato in casa dalla sciatica, Pierre si ritrova quindi in completa balia di François. Il mite e ingenuo impiegatuccio cerca in tutti i modi di rendersi utile, sia aiutando fisicamente Pierre sia cercando di dargli una mano per rimettere in piedi il suo matrimonio, visto che la moglie Christine gli ha appena comunicato di volere la separazione. Goffo, tontolone e invadente, François è in realtà di animo buono e fa da contraltare all'editore: più si impegna per aiutare più danni realizza. Alla fine, la situazione perfetta immaginata da Pierre viene ribaltata e lui da carnefice si ritrova ad essere vittima del suo zimbello, in un crescendo comico di problemi, gag, errori, malintesi, tradimenti, tasse, mogli e amanti. Alla fine, i due non sono poi così diversi l'uno dall'altro. Anche se è innegabile che François sia un combinaguai di prima categoria che nessuno mai potrà eguagliare.
Elogio apparente del politically incorrect, "La cena dei cretini" è in realtà una commedia che ribalta gli stereotipi e provoca, insieme a gustose risate, una riflessione sui ruoli e sulla vera essenza delle persone, mescolando sapientemente risate, comicità e una buona dose di umiltà. Gaspare (alias Nino Formicola) è Pierre, il padrone di casa, e Zuzzurro (Andrea Brambilla, anche regista dello spettacolo, nella traduzione italiana di Filippo Ottoni) è il cretino da antologia François. Con loro sul palco ci sono Alessandra Schiavoni (nel doppio ruolo di Christine, la moglie fedifraga di Pierre, e Marlene, la sua amante), Dario Biancone (LeBlanc, amico dell'editore) e Gianfranco Candia (l'impiegato dell'ufficio delle Imposte).
Chiara Cecchini