Nell’aprile 1992 esplose la guerra in Bosnia: un conflitto andato in scena praticamente dietro l'angolo, a venti minuti di volo dalle coste italiane, e alla cui origine ci sono ragioni di potere, non certo motivi etnici o religiosi come ci venne fatto credere. Sarebbe durato tre anni e avrebbe causato la morte di decine di migliaia di innocenti e la distruzione di chiese, moschee, ponti, ferrovie, insomma di intere città.
Giovedì Uno Mattina ricorderà quei giorni spaventosi e l'assedio di Sarajevo, città martire, che venne circondata e bombardata dalle truppe serbe per oltre mille giorni: un assedio più lungo di quello subìto da Stalingrado durante la seconda guerra mondiale, nel cuore d'Europa. Solo nella capitale. In quei mille giorni, oltre duemila bambini morirono per mano dei cecchini e delle granate. Gli accordi di Dayton, nel 1995, siglarono una pace “fredda”, che a due decenni di distanza da quella primavera di sangue determinano la presenza ancora oggi delle truppe della coalizione internazionale in Bosnia.
Noi ricorderemo quei drammatici eventi spostando una parte della trasmissione (che sarà interamente dedicata al ventennale dello scontro) nella capitale della Bosnia. Franco Di Mare sarà in costante collegamento dalla sede della televisione di stato di Sarajevo dove avrà numerosi ospiti. Anche io in studio, a Saxa Rubra, avrò molti ospiti con i quali ragionare sui motivi che spinsero un popolo che sembrava unito a una guerra fratricida che ha causato tante vittime e tanto dolore. Le ragioni dell'odio sono tuttora sepolte sotto la cenere. E quella guerra alle porte di casa nostra parla ancora a noi tutti.
Elisa Isoardi