Percorre a ritroso la sua storia e quella della sua musica, lei che ha origini in Etiopia, ma è nata in Somalia ed è cresciuta nel paese del padre, l’Italia. Visionaria, caleidoscopica e assolutamente senza confini, Saba Anglana stasera è in concerto a Palazzo Santa Chiara per presentare in anteprima nazionale il suo ultimo lavoro discografico, intitolato guarda caso “Life changanysha”, ovvero “la vita ci mescola”.
L’album si inserisce in un più ampio progetto sociale realizzato con Amref e racconta – in somalo, swahili e inglese – il viaggio umano e artistico che la cantautrice ha condotto nei villaggi remoti del Kenya come testimonial della campagna “Stand up for african mothers”. Linguaggi, riti e suoni tradizionali dell’africa orientale si intrecciano nelle undici tracce del disco: dai cori dei Masai (registrati in presa diretta e in aperta savana) a quelli dei bambini della scuola di Olmapinu, sostenuta da Amref. E poi le voci dei Kayamba Africa, famoso gruppo accappella dell’East Africa e delle Bismillahi Gargar. Infine il rap dei giovani delle periferie urbane, «immancabile» – dice Saba – per raccontare in modo sincero la “vita mescolata” di questo angolo di terra.
Francesco Gabriele