Si svolgerà domani la presentazione del volume “Michelangelo Assoluto” edito da Scripta Maneant. Il volume – si legge in una nota della casa editrice – per ricchezza di contenuti, l'autorevolezza degli studiosi coinvolti e lo spettacolare impianto iconografico si propone come imprescindibile strumento per la conoscenza del sommo artista.
Nella sala Pietro da Cortona ai Musei Capitolini, gli autori Alessandro Vezzosi, Marina Mattei e Claudio Strinati, presentano l'opera che ha tra gli obiettivi, così come quello di tutta la collana ''Rinascimento Sublimè' cui il volume appartiene, quello di pubblicare e portar fuori dai caveaux inaccessibili opere spesso inedite, riconducibili alla cerchia dei protagonisti del Rinascimento. Si tratta di far conoscere le problematiche di attribuzione, delle falsificazioni e degli esami scientifici talvolta fraintesi, al di là dei valori venali e dei pregiudizi per le collezioni private e della tendenza ad assegnare ai soliti grandi tutte le opere più o meno antiche, ignorando altri possibili artefici e collaboratori nel contesto caratteristico delle botteghe. Per questo una sezione del volume è contraddistinta da punti interrogativi: doverosi dubbi e non solo ragionevoli certezze. L'analisi dell'intera opera michelangiolesca avviene su binari molteplici; le voci dei singoli interventi fluiscono in un concerto di elaborazioni coordinate dal suggestivo quanto rigoroso modus operandi del curatore. Autori internazionalmente celebrati conducono analisi e riflessioni in più direzioni. Marina Mattei affronta il tema Michelangelo e l'Antico, cruciale per il sommo artista. Una necessaria e peculiare indagine su alcuni aspetti inerenti al problema di Michelangelo e l'Architettura è a cura di Gabriele Morolli, che costituisce a sua volta un momento di connessione ulteriore con la filosofia e la scrittura poetica, due aspetti altrettanto determinanti in Michelangelo su cui, per certi versi, si intrattiene Lucilla Bardeschi Ciulich. Interessantissima l'analisi di Rab Hatfield su momenti della vita pratica del sommo maestro, in specie sui suoi guadagni, momenti che ce lo restituiscono in tutta la sua umanità e in tutta la complessità del suo essere da un angolo di visuale insolito e pure così significativo.
La documentazione fotografica, grazie a eccezionali archivi come la Scala e quello dei Musei Vaticani, compone uno spettacolare racconto filmico e consente il paragone fra le stesse opere in tempi diversi. Le fotografie di Aurelio Amendola, come opere d'arte del nostro tempo che leggono l'arte di Michelangelo, compongono cinque inserti come sequenze tematiche e dinamiche nella narrazione d'insieme del volume. (asca)