Il conflitto interiore dei MOS

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L’intento è di raggiungere il maggior numero di persone possibili con la nostra musica, mostrando loro lo stesso conflitto interiore che si svolge sul pavimento urbano attraverso quello pentagrammato, accendere la scintilla del dubbio e rivoltarne lo spirito”. Così Fabrizio Ciotta, di “mestiere” chitarrista, presenta i Mos, originari di Roma. Il progetto in questione, nato nel 2010 e completato da Stefano Ialongoe Marco Gabriele, ha una solida base grunge con venature crossover e funky, mischiate inoltre ad un pizzico di pop e rock. I Mosperò non sono soltanto musica: “il nostro nome deriva da ‘Mos Maiorum’ – prosegue Ciottache vuoldire ‘antichi costumi’, come a ricordare che i costumi che ci sconvolgono nella vita sono una nostra stessa creazione. Noi dunque facciamo parte alla stessa maniera del problema e della soluzione”. Molta filosofia nelle loro parole, anche se tornando alla semplicità il power-trio confessa che “non ci farebbe schifo essere apprezzati anche come musicisti….”. I Mos sono attualmente impegnati per realizzare il loro primo lavoro, dopo un Ep di tre tracce, in modo autoprodotto perché “l’indipendenza ci permette di mantenere la stessa libertà d’espressione che traspare nella composizione dei brani”, anche se confessano di voler produrre un futuro disco in collaborazione con un’etichetta discografica. In cantiere anche un videoclip. E poi tanta, tanta esperienza sul palco per crescere.

Marco Reda

 

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