Con un concerto dedicato a “Le più belle arie del mondo” si chiude mercoledì 18 marzo alle 18.00 nell’Auditorium “Ennio Morricone” della Facoltà di Lettere e Filosofia (via Columbia 1) la stagione di concerti dell’Università di Roma Tor Vergata, con l’organizzazione artistica dell’Associazione Roma Sinfonietta, il contributo del Mibact e il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Roma.
GLI INTERPRETI – Gabriele Bonolis dirige l’Orchestra Roma Sinfonietta in arie di Donizetti, Verdi, Mascagni, Puccini e Bizet con i solisti Sarah Baratta (soprano), Mariella Guarnera (mezzosoprano), Simone Ponziani (tenore), Luca Bruno (baritono) e Vincenzo Bolognese (violino).
IL PROGRAMMA – È un programma di straordinaria bellezza, che allinea le pagine più emozionanti e popolari delle opere più amate dell’Ottocento: la tenera e commovente “Furtiva lacrima” da L’elisir d’amore e “Cruda funesta smania” dalla Lucia di Lammermoor, capolavori di Gaetano Donizetti; “Sempre libera “,”De’ miei bollenti spiriti” e “Di Provenza il mar, il suol”, le arie più famose dei tre protagonisti della Traviata di Giuseppe Verdi, di cui si ascolterà anche “Stride la vampa” dal Trovatore; la “Habanera”, cantata dalla protagonista della Carmen di Georges Bizet; “Donde lieta uscì” dalla Bohème di Giacomo Puccini. Tutte insieme le quattro voci eseguiranno come ultimo brano “Bella figlia dell’amore”, il celeberrimo quartetto del Rigoletto, una delle pagine più popolari di Verdi e di tutta l’opera italiana. Ad apertura del concerto il violino di Vincenzo Bolognese farà ascoltare i motivi più belli della Carmen, arrangiati in una “Fantasia” da Franz Waxman, celebre autore di musiche da film, “nominato” ben dodici (!) volte agli Oscar e vincitore per due volte del premio con Viale del tramonto e Un posto al sole. Inoltre l’orchestra suonerà l’Intermezzo della Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
UN’OCCASIONE DA NON PERDERE – È difficile ascoltare in una sola volta un tale concentrato delle più belle melodie operistiche: un’occasione che nessun appassionato d’opera – non importa se di lungo corso o novizio – vorrà perdere.
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