Non è tempo per noi, l’ultimo libro di Andrea Scanzi

Un ritratto lucido e autoironico di “una generazione in panchina”

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«La generazione degli anni ’70 ha pareggiato», così afferma il giornalista Andrea Scanzi durante la presentazione del suo ultimo libro “Non è tempo per noi”, in una sala colma di gente, presso la libreria Arion di Palazzo delle Esposizioni. L’incontro è presieduto da Marco Travaglio che nell’introduzione menziona la frase “chiave” riportata nel retro della copertina del libro:«La mia generazione non ha perso, ma solo perché non è scesa neanche in campo» bollando così il “non ruolo” che i quarantenni hanno avuto ed hanno nella società di oggi.

Gli fa eco l’autore che racconta com’è nato il libro: quella frase si riferisce al titolo del penultimo disco di Giorgio Gaber “La mia generazione ha perso”, uscito nel 2001 e sottolinea come i nati negli anni ’30 e ’40 abbiano comunque provato a sovvertire i valori dominanti, indipendentemente dai risultati. Da qui parte la riflessione di Scanzi che analizza i suoi coetanei per capire se loro, in definitiva, abbiano agito o no, vinto o perso.

Il libro passa al setaccio eventi, tendenze, mode, simboli, oggetti che hanno influenzato la formazione dei ragazzi cresciuti negli anni Ottanta. Ragazzi attratti da icone o miti che non hanno nulla di rivoluzionario, che al Che Guevara sostituiscono l’Uomo Tigre o, a Martin Luther King, il professor Keating de L’attimo Fuggente. Sono giovani rimasti in costante equilibrio, portati più alla rassegnazione che alla protesta. Anche la musica ha accompagnato il passaggio dall’impegno di cantautori come De André, Guccini e altri degli anni ’60 e ‘70, al disimpegno degli anni Ottanta e Novanta, ammorbidendo qualunque velleità di protesta e esprimendo un atteggiamento auto-assolutorio di un’intera generazione. Non a caso è una canzone degli anni ’90 di Ligabue “Non è tempo per noi” che suggerisce a Scanzi il titolo del libro, con la connessa domanda: «non è tempo per noi, perché? Perché non ce lo danno o perché non ce lo prendiamo?»

Ed ecco che nel libro dopo un’attenta analisi, lucida e autoironica, su quelli che sono stati i riferimenti della sua generazione, sui traumi che ha subito, soprattutto in conseguenza della caduta del muro di Berlino e nel corso degli anni ’90 con Tangentopoli, la morte di Falcone e Borsellino e osservando i quarantenni di oggi con i loro vizi e comportamenti, Scanzi giunge alla sua conclusione: i nati negli anni ‘70 hanno pareggiato. E nel pareggio vede la sconfitta più pesante, perché significa che uomini e donne non hanno rischiato, non si sono presi il proprio tempo, non hanno agito per ottenere reali cambiamenti. Anche se, nonostante tutto, sembra rimanere una vaga possibilità di riscatto.

 

Titolo: Non è tempo per noi
Genere: Saggi italiani
Prezzo listino: € 17,00
Editore: Rizzoli
Data uscita: 13/11/2013
Pagine: 182

 

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