Zerocalcare da Rebibbia contro Uan e Peppa Pig

Il fumettista romano conquista il pubblico di Più libri più liberi

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Ha trascorso due giorni, durante la fiera della media e piccola editoria di Roma, nello stand della sua casa editrice a disegnare dediche sui libri acquistati da un pubblico paziente, che ha sopportato con gioia lunghe code fino a inventarsi un cartello con su scritto “ultimo della fila”, che si passavano con un sorriso. È l’astro nascente del disegno italiano, un panorama che non aveva esempi simili di divismo forse dai tempi di Andrea Pazienza. Zerocalcare, al secolo Michele Rech, nasce circa trent’anni fa “per caso” ad Arezzo, da madre francese, ma è romano fino al midollo. Anzi, di Rebibbia, quartiere che ricorre nelle sue strisce ed è protagonista della sua ultima graphic novel intitolata “Dodici”, storia di zombie nel quartiere romano sede dell’omonimo carcere.

Oltre al suo quartiere, “un incrocio tra San Francisco e Pescara”, come lo definisce lui con affetto, per la prima volta non è il suo avatar il protagonista, che è in coma per tutta la storia, ma il suo amico Secco.

A “Più libri più liberi” Zerocalcare si è alzato dalla postazione dei “disegnetti” solo per incontrare il suo pubblico in una sala al piano superiore, gremita e con molta gente in piedi. E per un’ora ha dispensato pillole della sua spontaneità e simpatia, qualità che ne hanno fatto un fenomeno di costume anomalo per l’editoria italiana. Dalle colonne del suo blog, Zerocalcare regala strip “ogni maledetto lunedì (su due)” come da titolo della raccolta uscita sotto forma di albo lo scorso anno e accreditata di oltre 20mila copie vendute. In totale (sono 5 gli albi pubblicati, ma il secondo era la riedizione del primo, “La profezia dell’armadillo”, autoprodotto in precedenza con l’aiuto del collega Makkox) le sue vendite sfiorano le 200mila copie. E scusate se è poco.

E lui è capace di scherzarci su, raccontando di quando, nella classifica di Amazon, risultava primo davanti al libro di Papa Ratzinger, “ma poi uscì il libro di Peppa Pig e ci ha rotto il (parola non riferibile, soprattutto per rispetto di Benedetto XIV ndr) a tutti e due. Da allora – prosegue Zerocalcare davanti al pubblico entusiasta – Peppa pig è il simbolo del mio fallimento”.

E di simboli e personaggi simbolici le sue strip sono piene: dai ragazzini ai quali impartisce ripetizioni, ai personaggi di Guerre stellari o dei più famosi videogiochi degli anni ’90, fino al cinghiale, l’amico Secco e l’armadillo. In una recente storia sul suo blog, ha preso di mira il pupazzo Uan, assurto a strumento e simbolo dell’indottrinamento al berlusconismo di intere generazioni. E per incanto, come nelle sue storie, il pupazzo Uan si è materializzato (attraverso i legali di chi ne detiene i diritti) minacciando cause e intraprendendo una vera e propria disputa sui social network.

Questo è il mondo di Zerocalcare, un mondo di ironia, autoironia, risata intelligentissima e citazioni raffinate. Un fenomeno che Michele si rifiuta di definire generazionale, e a giudicare dall’eterogeneità di età del pubblico in sala, con ragione.

 

Titolo: Dodici
Autore: Zerocalcare
Prezzo listino: € 13
Editore: Bao publishing
Data uscita: /11/2013
Pagine: 96

 

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