L’essere è nell’esserci ovvero nell’esistere. Novella Parigini abbraccia interamente la poetica esistenzialista, con cui entra in contatto a Parigi, dove va per studiare all’Accademia delle Beaux Arts. Nella Ville Lumière conosce Jean Cocteau, Jean-Paul Sartre, si forma, accresce il suo spirito, nasce la passione per i gatti, che saranno una costante nei suoi quadri. Dall’esistenzialismo si avvicina al surrealismo, cogliendo soprattutto la libertà di espressione. Diventa ben presto una testimone attiva di un’epoca, simbolo indiscusso della Dolce Vita. E se per l’antica credenza “Nomen omen”, già nel nome di Novella era intuibile un favoloso destino. Un nome suggerito, tramite una lettera, da Gabriele D’Annunzio alla madre dell’artista.
Le lettere originali scritte dal Vate e le opere più rappresentative di Novella Parigini saranno in mostra a Palazzo Margutta presso la Galleria “Il Mondo dell’Arte”, fino al 30 novembre. La retrospettiva “Novella Parigini. Un mito preannunciato” è un omaggio che il direttore artistico Elvino Echeoni, il gallerista Remo Panacchia insieme alla figlia Benedetta rivolgono alla donna e alla pittrice, in occasione dei venti anni dalla sua scomparsa. «Insieme a Remo Panacchia abbiamo lavorato venti anni con Novella, siamo stati i depositari della sua storia», così racconta Elvino Echeoni parlando del libro “Un mito preannunciato” da lui realizzato, in cui ha raccolto testimonianze e approfondimenti sulla figura stravagante dell’artista. «Per noi è sempre un’emozione presentare Novella», continua Remo Panacchia, «a pochi passi dallo studio dove le sere ci incontravamo per progettare le mostre».
Siamo a via Margutta, centro propulsore per l’arte negli anni ’60. Qui l’artista si trasferisce, dopo mostre di successo a Parigi e New York e contribuisce a rendere la strada famosa in tutto il mondo. Nel suo studio si incontrano attori internazionali, come Marlon Brando, Ursula Andress, Linda Christian o nazionali, come Vittorio Gassman, Sophia Loren o artisti come Dalì e De Chirico. Amica di Fellini, «il regista andava a prenderla a casa», riferisce il direttore artistico, «giravano tutta la notte tra le strade di Roma e lui si faceva raccontare aneddoti, cose successe in quegli anni», diventando così animatrice e ispiratrice della Dolce Vita.
Una vita unica e irripetibile che traspare anche dalle parole della figlia quando rivela di essere nata in una casa dove per animale “domestico” c’era un leone, che veniva accompagnato ogni mattina, alle 6.30 da un addetto per una passeggiata a Villa Borghese.
Novella Parigini imprime nelle opere il suo mondo, il suo essere. Le donne-gatto definite da una linea sicura, immerse in sfavillanti colori, sono simbolo di femminilità e arguzia, sensualità e aggressività. Pitture che il poeta Enrico Hullweck definisce come visioni estreme, forme oscillanti fra delirio e gioia, donne nude e volti di madonne, i cui occhi sono gli occhi di un felino.
«Il felino che lei rappresenta identifica la donna» dice Virginia Barrett «perché come una leonessa, piena di amore con i suoi cuccioli, sa essere anche molto aggressiva. Novella Parigini è l’emblema della femminilità assoluta». Ad omaggiare la Parigini, icona della libertà e dei diritti della donna ci sarà la rassegna “Donne D’Amore”, ideata dalla stessa Barrett, attrice e presidente dell’associazione Naschira. Quest’anno l’iniziativa ha come tema centrale il dramma delle donne migranti dall’Africa. Per l’occasione, ogni sera, diverse attrici porteranno in scena letture su temi di violenza contro le donne, come il femminicidio, trattato nell’incontro conclusivo dall’attrice Sabrina Negri.
Location: Palazzo Margutta, Gallerie Il Mondo dell’Arte
Orario: dal mart. al ven. 10.30 – 13.00/16.00-20.00 (lun. mattina chiuso)
Data: dal 21 al 30 novembre 2013
Prezzo: Ingresso libero
Indirizzo: Via Margutta 55, Roma
Info: 06.3207683
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