La mostra “L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.)”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è il quarto importante appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma”, in programma dal 28 gennaio al 4 ottobre 2015 ai Musei Capitolini di Roma. La mostra L’Età dell’Angoscia si sofferma sui profondi cambiamenti che segnarono il III° secolo d.C., periodo ritenuto tradizionalmente di “crisi” dell’impero romano, ma in realtà contenente in nuce alcuni dei germogli più fecondi destinati a mutare per sempre le età successive e ad aprire le porte verso la società tardo-antica. L’inaugurazione è prevista per il 27 gennaio alle ore 18.
IL CONTENUTO – La mostra racconta la diffusa crisi spirituale e religiosa che in un clima di ansia generalizzata portò a un abbandono delle religioni tradizionali e all’adesione sempre più massiccia al culto di divinità provenienti dall’Oriente: Iside, Cibele, Mithra, Sabazio. Oltre a loro, naturalmente, Cristo. L’ansia derivava da alcuni problemi concreti e materiali: guerre civili, crisi finanziarie ed economiche, carestie, epidemie (come quelle nel corso dei principati di Marco Aurelio e Gallieno) e la perenne pressione dei barbari ai confini. Ad astrologi, indovini ed oracoli gli uomini e le donne del tempo ripetevano frequentemente le stesse domande: “mi ridurrò a mendicare?”, “avrò il mio salario?”, “sarò venduto schiavo?”. La speranza di un futuro più sicuro era talmente diffusa e pressante da alimentare in chiunque quella che gli storici dell’antichità chiamano un’aspettativa di salvezza, legata in primo luogo alla figura dell’imperatore, in teoria garante della giustizia, della sicurezza militare dell’impero e anche suprema autorità religiosa.
La mostra L’età dell’Angoscia intende approfondire la conoscenza dei grandi cambiamenti che segnarono l’età compresa tra i regni di Commodo (180 – 192 d.C.) e Diocleziano (284 – 305 d.C.): fase definita già dagli storici del tempo come “il passaggio dall’impero d’oro (quello di Marco Aurelio) a uno di ferro arrugginito”. In poco meno di centocinquanta anni infatti l’Impero cambiò la propria fisionomia, arrivando all’instaurazione della Tetrarchia e alla perdita del ruolo di capitale della città di Roma. In questo lasso di tempo le cronache evidenziano alcuni elementi che ancora una volta richiamano, seppur con le dovute differenze, la nostra attualità, quali: l’aumento delle pressione di popoli sui confini dell’impero, le spinte secessioniste (si pensi all’Impero delle Gallie e al Regno di Palmira), i disordini interni (che comportarono riforme strutturali della tradizionale unità militare romana, la legione), la crisi del tradizionale sistema economico, l’inflazione e la conseguente necessità di aggiornare continuamente la moneta, e soprattutto, la grave instabilità politica.
LE MIGLIORI OPERE – Tra le opere più significative di questa epoca si segnalano il “ritratto colossale di Probo” o il “busto di Decio” dei Musei Capitolini, la straordinaria “statua bronzea di Treboniano Gallo” del Metropolitan Museum of Art di New York, le statue di privati come filosofi dalla Villa di Dioniso a Dion. Eccezionale il prestito di tre statue maschili a figura intera, dal Seicento ospitate nel Casino del Bel Respiro della Villa Doria Pamphilj a Roma ( “Statua di togato”, “Statua di cacciatore” e “Statua in nudità”). Nella ritrattistica privata continua la moda dell’abbinamento di ritratti di privati cittadini o imperatori in corpi ideali, che ricordano divinità femminili come Venere, Demetra, Fortuna, come nella “statua di Onfale” o eroi come Ercole, che permettono una chiara esaltazione delle qualità e delle gesta del defunto grazie all’assimilazione delle loro virtù eroiche: si vedano il “busto di Commodo come Ercole” o la “statua di privato come Marte (cd. Decio)”. Semidei come Ercole, i Castori o Dioniso furono in tal senso particolarmente prediletti anche dall’imagerie imperiale, proprio per la loro natura di mortali divenuti Dei grazie alle straordinarie qualità delle imprese compiute.
Location: Musei Capitolini
Data: dal 28 gennaio al 4 ottobre 2015
Orario: da martedì a domenica dalle ore 9.00 alle ore 20.00, chiuso lunedì e 1° maggio
Costo: da 11 a 15 euro (mostra + museo)
Indirizzo: Palazzo Caffarelli, piazza del Campidoglio, Roma
Info: museicapitolini.org
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