Confermato domani all'aeroporto di Fiumicino lo sciopero dell'handlers Flight Care dalle 12 alle 16. Previsti disagi relativi alla consegna dei bagagli. Ma la crisi occupazionale dei 242 lavoratori nello specifico interessati dalla vertenza rischia di diventare un vero e proprio allarme sociale. Le proteste sono partite sotto varie forme già da mercoledì. La vertenza Flightcare, colosso dell'handling presso il "Leonardo Da Vinci" di Fiumicino, è la punta dell'iceberg di una vicenda che nasce da lontano, investe buona parte delle aziende che ruotano intorno all'indotto e chiama in causa chi regola e vigila sui servizi aeroportuali.
Non si tratta "solo" dei 242 dipendenti Flightcare a rischio licenziamento, dei circa 50 lavoratori Argol in pericolo o della prossima società di handling, cargo o pulizie che avvierà le procedure di mobilità per il proprio personale. Si tratta di salvaguardare il futuro di un intero sistema economico che, questo è il paradosso, si sta impoverendo sempre di più nonostante la crescita del traffico aereo, l'aumento dei flussi e del numero di passeggeri in transito e il moltiplicarsi delle movimentazioni.
La colpa della crisi, a sentire sindacati e lavoratori, è da attribuirsi dalla "deregulation", il mancato rispetto delle regole da intendersi su due piani paralleli. «Innanzitutto non viene osservata la clausola sociale», spiega Stefano Monticelli, della Filt Cgil di Roma e del Lazio, «che garantirebbe i lavoratori di un'azienda anche nel caso in cui questa perdesse una specifica commessa. Questa possibilità esiste nel contratto di lavoro, ma purtroppo le aziende non la applicano. Noi da tempo abbiamo aperto un tavolo di trattativa per far firmare questa clausola, ma non ci sono stati grandi risultati». L'altra problematica riguarda la concorrenza spietata, nello specifico nel settore degli handler, con le aziende che sono più che raddoppiate negli ultimi tre anni.
«Manca una politica efficace nello stabilire delle regole che fissino il numero delle società operanti e le tariffe applicabili – continua Monticelli-.Questa concorrenza selvaggia ha avuto come unica conseguenza quella di far calare i prezzi del servizio del 110 %: una perdita che, specialmente nell'ultimo periodo, si è trasformata in un costo sociale. Insomma, più cresce il traffico, più diminuisce la ricchezza. E se non si interviene continuerà ad essere così. Noi abbiamo chiesto un incontro, sia all'azienda che ai vertici Enac, per capire gli spazi di manovra e per cercare di mettere fine a questa crisi».
Si attende nelle prossime ore anche una presa di posizione dell'assessore al Lavoro della Regione Lazio, Mariella Zezza, il cui intervento è stato auspicato dal sindaco di Fiumicino Mario Canapini.