Assestato un altro durissimo colpo al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con il sequestro di 35 chili di cocaina purissima e l'arresto di due finti tecnici aeroportuali. Al "Da Vinci" era appena atterrato un volo proveniente da Caracas, Venezuela, quando i finanzieri del gruppo di Fiumicino hanno notato lo strano comportamento di due uomini con indosso tute aziendali da tecnici di linea i quali, invece di attendere lo sbarco dell'equipaggio, sono saliti a bordo in tutta fretta, anticipando i consueti tempi di intervento.
Insospettiti dall'insolita procedura, i militari li hanno seguiti e hanno visto che uno dei due, G.M., 35enne, si calava con circospezione in un vano tecnico dell'aereo prima di chiudere alle sue spalle il pannello della botola: un'altra circostanza anomala, in quanto le procedure di sicurezza prevedono che la presenza dei tecnici debba essere segnalata al comandante e che le operazioni di controllo avvengano a vista. Mentre il collega era a bordo, l'altro finto meccanico, A.M., 40 anni, è tornato in pista ad attendere il collega sull'auto aziendale.
I finanzieri hanno così chiesto informazioni al personale dell'aereo su eventuali anomalie occorse in volo volte a giustificare un intervento così urgente, ma non è stato segnalato nessun guasto. A quel punto i due "fasulli" dipendenti aeroportuali sono stati bloccati e hanno ammesso di non essere addetti alle operazioni di manutenzione a bordo. «Ci siamo intrufolati sul velivolo soltanto per rubare oggetti di valore dai bagagli dei passeggeri», si sarebbero giustificati. Le loro scuse non hanno però convinto le fiamme gialle che, considerando a rischio droga il volo appena atterrato, hanno ispezionato il vano avionico dell'aereo con l'ausilio delle unità cinofile.
I sospetti dei militari si sono rivelati fondati: tra gli stretti corridoi delle pannellature elettroniche, ben nascosto dietro un quadro di strumentazione, c'era infatti un collo contenente 30 panetti di cocaina purissima, per un peso complessivo di 35 chilogrammi, inserito dall'organizzazione narcotrafficante all'insaputa del personale di equipaggio. Un carico preziosissimo, da cui i trafficanti avrebbero ottenuto con l'aggiunta di sostanze da taglio oltre 400 mila dosi, che avrebbero fruttato circa 15 milioni di euro. Dopo le formalità di rito i due arrestati, entrambi residenti a Roma, sono stati condotti presso il carcere di Regina Coeli, dove dovranno rispondere di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.