Un crollo accompagnato da un grosso tonfo. E’ quanto hanno udito nella notte di giovedì i residenti di via dell’Acquedotto Romano a Tivoli, dove un blocco di circa 200 quintali dell’antico acquedotto di età romanica ha ceduto, adagiandosi su un albero sottostante e invadendo parte della carreggiata. L’allarme è scattato intorno alle due di notte quando i residenti della zona sono balzati dal letto in preda al terrore.
Sul luogo sono subito accorsi gli uomini della Protezione Civile di Guidonia, i Rangers di Tivoli e i Vigili Urbani che hanno provveduto a chiudere la strada cautelativamente allontanando un residente sulla cui casa incombe la minaccia delle mura crollate. Un crollo che fa seguito a quello del 2008 quando il cedimento di una delle cantine ricavate sotto le volte dell’acquedotto portò con se una parte di opus reticolatum.
Chiusa la strada al traffico veicolare e a quello pedonale, se non sotto ‘scorta’ degli uomini impegnati nella sicurezza della zona, il crollo tiene bloccate le otto famiglie residenti in via dell’Acquedotto, oltre a rendere impossibile il lavoro delle tre aziende e del ristorante accessibile solo da via Empolitana. Una grana che adesso dovrà risolvere la Sovrintendenza ai Beni Archeologici del Lazio, che d’accordo con gli addetti alle rilevazioni del caso, dovrà decidere se abbattere o puntellare le mura crollate.
«Come Comune – spiega Franco Poggi, assessore LL.PP – abbiamo solamente potuto firmare l’ordinanza per la chiusura della strada. Un crollo che penso possa essere dovuto alle piogge abbondanti che si sono abbattute nella zona nelle scorse settimane. Dobbiamo attendere la sovrintendenza, solo allora potremmo sapere come agire e risolvere il problema».
Mauro Cifelli