E' un "no comment" il segnale che arriva, per ora, dall'incontro a tre di oggi pomeriggio in Campidoglio tra il sindaco Alemanno, il prefetto Pecoraro e il questore Tagliente. Nè il sindaco, nè i due hanno voluto parlare al termine del vertice iniziato intorno alle 16 e durato una trentina di minuti. Solo una stringata frase di Pecoraro segnala che "la riunione e' andata bene, siamo soddisfatti", ma nulla di più.
Dopo la tragedia e le polemiche, le proteste e le richieste, la questione Rom nella capitale è tema ancora più delicato. Ma forse a pesare più di tutto è l'incertezza reale che aleggia sul da farsi: fino a questa mattina lo stesso Alemanno era tornato a riproporre tra le ipotesi quella delle tendopoli, a lungo e da molti criticate e aveva affermato: "Tutte le soluzioni di emergenza devono essere esplorate, senza escluderne nessuna a priori. Dobbiamo esplorare tutte le possibili ipotesi – aveva ribadito – per avere soluzioni flessibili e di emergenza, mentre continuiamo a lavorare sull'aspetto progettuale".
Nel centro sinistra ha sintetizzato bene oggi la situazione il segretario romano del Pd Miccoli: "Come al solito il sindaco un giorno dice una cosa e quello successivo l'esatto opposto. Alemanno va a zig e zag, senza una strategia precisa. Registriamo lo stesso copione ondeggiante anche sulle tendopoli per i Rom: dopo la morte dei quattro bimbi il sindaco annunciò che le prime tendopoli dovevano essere pronte già per la scorsa domenica, poi, lunedì scorso, Alemanno ha bloccato i lavori per quella di Villa Troili, mentre ieri è l'altra virata, con il sindaco che annunciava che per i Rom non ci sarebbero state tendopoli ma che sarebbero stati portati in caserme in disuso. Oggi, infine, l'ultima, ennesima, retromarcia: Alemanno boccia le caserme e rimette in campo le tendopoli per i Rom. Ma si può prendere sul serio un sindaco così?"
E tra riunioni e dietrofront, marce avanti e "stop-and-go", la città attende una decisione. (5web)