L’incubo dell’eternit fa sempre più paura. Nonostante sia stato vietato da quasi vent’anni, la sua presenza silenziosa e letale si cela in tanti luoghi pubblici, spesso frequentati dai bambini. E’ il caso della biblioteca comunale Pigneto di via Attilio Mori. L’edificio, che si trova in un cortile adiacente a ben quattro istituti scolastici, è stato chiuso per motivi di sicurezza il 23 giugno scorso perché pieno di amianto.
Da anni il presidente del Municipio VI Palmieri e l’assessore ai lavori pubblici Veglianti si sono adoperati per far mettere in sicurezza la biblioteca: nel 2009 il Comune aveva stanziato 500.000€ per la riqualifica della struttura e successivamente anche la Regione aveva messo a disposizione 614.000€ per lo stesso scopo. Tuttavia, subentrata la giunta Polverini, i finanziamenti precedentemente assegnati sono stati cancellati e così i lavori non sono mai iniziati. Per evitare l’utilizzo della struttura, questa estate la biblioteca è stata chiusa e i numerosi utenti che ne usufruivano si sono improvvisamente trovati sprovvisti di un luogo così importante per la crescita e lo sviluppo culturale del quartiere.
Per il momento è stata teoricamente prevista la ricollocazione della sede della biblioteca presso il vicino complesso dell’ex Serono, luogo sicuramente più adeguato ad ospitare dei libri. Purtroppo i genitori degli alunni delle scuole vicine sono estremamente allarmati dalle condizioni in cui versa l’ex biblioteca, poiché l’eternit che ricopre il tetto si sta deteriorando a causa dell’incuria e sta disperdendo le sue polveri cancerogene.
Dopo numerose lettere al Consiglio di Circolo è stata allestita anche una raccolta firme per far mettere in sicurezza l’edificio, ma non ci sono state risposte pratiche ed è rimasto tutto come prima. Proprio per questo motivo il presidente Palmieri si è accordato con l’Associazione genitori della scuola elementare e dell’infanzia Enrico Toti per un incontro privato che si terrà oggi pomeriggio, nel quale verrà esposta la situazione da entrambi i punti di vista.