Francesco, attrezzista e precario

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Francesco Spina, nato nel ’75, già da 15 anni lavora nel mondo del cinema come attrezzista. Braccio destro dello scenografo, l’attrezzista è colui che costruisce gli ambienti nella pratica: un po’ falegname, un po’ pittore, carpentiere, fabbro. E’ venuto a Roma con il sogno, la volontà di lavorare nel cinema.

«Ho fatto anche un film a Cinecittà – racconta Francesco – “La signorina Effe” con Filippo Timi e Valeria Solarino, mi rende orgoglioso. Quando vado fuori d’Italia e dico che lavoro faccio, tutti mi chiedono: «allora sei a Cinecittà»? Io rispondo di no». Francesco ha cominciato a lavorare nel cinema per caso, quando un professore dell’Istituto d’arte di Firenze lo ha invitato sul set del film “La fine del mondo” di Ligabue. «Facevo tutto quello che mi capitava, soprattutto manovalanza – racconta – poi mi sono innamorato di questo settore, perché se uno non si innamora è difficile farlo». All’inizio tanto impegno e poco guadagno. A Firenze poi il lavoro non era molto: le case di produzione poche. 

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