Hanno trascorso la notte all'aperto, arrampicati sul gazometro di Roma, i quattro dipendenti della Conus Spa, società appaltatrice della lettura del gas per conto di Italgas (Eni), saliti ieri mattina sulla struttura per cercare di salvare il posto di lavoro.
"Non abbiamo chiuso occhio per il freddo, e per la fame – racconta uno dei quattro, Mauro Ricci -. Il gazometro è pericolante e non abbiamo protezioni ma non molliamo finchè non ci verranno date garanzie occupazionali".
I lavoratori, tutti romani, tra i 50 e i 60 anni, hanno iniziato anche lo sciopero della fame e si dicono determinati a proseguire questa forma di protesta estrema “perché a rischio ci sono il nostro posto di lavoro, la nostra pensione e le nostre famiglie. E non siamo i soli, nella nostra stessa situazione ci sono circa 400 persone in tutta Italia”.
“Chiediamo al prefetto di Roma e al sindaco Gianni Alemanno di intervenire per la nostra causa – hanno spiegato i dipendenti della Conus- anche perché il Comune di Roma nel 2001, quando ci fu la cessione del ramo d'azienda si impegnò per le garanzie occupazionali”.