Per la morte di Bruno Montaldi, l'operaio abruzzese di 48 anni deceduto in un cantiere della metropolitana di Roma, a 35 metri di profondità, la procura ha indagato per omicidio colposo il responsabile della sicurezza della Icotekne di Napoli, società per cui lavorava Montaldi, attualmente impegnata nei lavori per Metro B1in piazza Emerenziana.
Il pm Pietro Pollidori, titolare degli accertamenti, ha contestato all'indagato l'ipotesi più grave dell'articolo 589, ossia il reato commesso con la violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, che prevede una pena da 2 a 5 anni di reclusione. Al momento non è ancora chiara la dinamica del decesso. L'accertamento tramite autopsia è stato affidato dal pubblico ministero al professor Costantino Cialetta dell'istituto di medicina legale dell'università La Sapienza. Intanto gli investigatori sono al lavoro per stabilire se l'equipaggiamento di cui era dotato l'operaio fosse in regola secondo quanto previsto dalle misure antinfortunistiche. Il cadavere è stato trovato in fondo a un pozzo di trivellazione da un collega che cercava la vittima per sostituirlo al termine del turno lavorativo.
Montaldi era specializzato nel trattamento e congelamento dei terreni con l'azoto e stava lavorando nel cantiere per i lavori di realizzazione della linea B1 della metropolitana. Secondo i primi rilievi è caduto, ha sbattuto la fronte e perso del sangue, ma la ferita riportata, ad un primo esame, non sembra legata alla morte. Il sospetto degli investigatori è che sia stata una fuga di azoto a causare il decesso.