Una lunga fila allo sportello accettazione, posti a sedere insufficienti e tanti quelli costretti ad aspettare fuori al caldo. Un lunedì pomeriggio qualunque al pronto soccorso dell’ospedale Grassi, ore interminabili per tante persone in ansia per i loro cari o che attendono di entrare per essere visitate. Per tutti l’ennesima giornata di disagi. Perché l’unico pronto soccorso del Municipio XIII raccoglie anche tutta l’utenza del Comune di Fiumicino, dell’aeroporto e dell’intero litorale. La piccola sala d’attesa è troppo piccola per accogliere un afflusso continuo di persone. Con l’arrivo dell’estate e del caldo in molti decidono di aspettare fuori, dal momento che l’attesa si profila lunga per tutti. Perché il sovraffollamento è talmente alto che dai codici gialli in giù, si prevedono da un minimo di due ore a un massimo impossibile da quantificare. «Non è un mistero che c’è mancanza di personale – racconta Sofia una signora in attesa già da due ore e che ha accompagnato il marito. – I medici e gli infermieri cercano di fare quello che possono, ma con questa affluenza come si fa. È evidente che andrebbe potenziato il servizio. Ma se qui vengono chiusi i reparti figuriamoci se viene migliorato il pronto soccorso. Io stessa per fare i controlli ogni sei mesi per il diabete sono costretta a andare a Roma perché qui non c’è posto».
Non prevede tempi rapidi neanche Marta che ha portato la sorella con un dito rotto: «Una mia amica è da stamattina alle 9.30 che aspetta per fare le analisi al figlio. Sono le 16.30 ed è entrata da poco. Penso che per mia sorella andrà allo stesso modo». Oltre allo sconforto si aggiunge la rassegnazione.«Ci sono problemi anche per i posti letto. Stanno cercando di trasferire qualche paziente perché dentro sono al collasso. Anche per questo si sono allungati i tempi di attesa – Ci racconta Maria che ha portato la madre dopo un incidente – Ma c’è anche tanta lentezza burocratica, complicata dalla carenza di organico. Mia madre doveva essere trasferita all’ospedale di Latina stamattina. Dovevano solo inviare un fax, ma con il pienone e le poche persone oberate di lavoro, il posto letto è stato occupato per un’emergenza» Nell’attesa si cerca di solidarizzare il più possibile. Tutti si precipitano ad aiutare una donna per caricare in macchina il padre appena uscito con la sedia a rotelle. Il signore con la guancia tumefatta non può camminare perciò una delle figlie riesce ad arrivare tra mille ostacoli con la macchina sino all’entrata. Tutti danno a una mano allo staff sanitario perché, si sa, il Grassi è in allarme rosso.
Fabrizia Memo