Si cambi rotta, o siamo pronti a tutto». Così è titolato il comunicato diffuso ieri pomeriggio dagli assessori e consiglieri Pdl che si erano autosospesi qualche giorno fa a seguito delle decisioni assunta dalla Regione (con la compartecipazione del Comune) sul caso rifiuti, chiedendo tavoli di confronto sulle questioni vitali per il territorio, dal progetto della minidiscarica-termovalorizzatore al raddoppio dell'aeroporto. «Dopo una settimana, dopo aver letto ogni tipo di valutazione», recita la nota, «il sindaco Canapini ha ritenuto opportuno ignorare il nostro allarme, convocando una riunione di giunta alla quale hanno partecipato solo 5 assessori. Prendere decisioni di governo con una rappresentanza così ridotta, secondo noi, è un’operazione poco felice e per nulla democratica rispetto alla collegialità che dovrebbe essere alla base dell’azione amministrativa. Né tantomeno consideriamo questo come un segnale di comprensione di ciò che sta accadendo nella città. Riteniamo, al contrario, grave la continua delegittimazione del Consiglio comunale, il vero organo in grado di rappresentare le istanze di tutti i cittadini».
«C’è la necessità di condividere una nuova idea per il futuro, per quelle scelte che condizioneranno lo sviluppo di Fiumicino nei prossimi venti anni. E gestire questo sviluppo in modo così poco collegiale non è pensabile. Il tentativo di evitare una crisi amministrativa», continuano i pidiellini, dai quali si era tirato fuori, nei giorni scorsi, il consigliere Scarabello, «rappresenta il nostro senso di responsabilità nei confronti dell’elettorato. Ma senza quella chiarezza che rivendichiamo, senza quel confronto e senza una forte e rinnovata azione di governo volta a rappresentare le nuove aspettative dei cittadini, sarà difficile ritrovare il dialogo. Noi continuiamo a sperare che ciò non avvenga, ma non temiamo alcuna soluzione». Chiedono ancora un confronto, stavolta elencando i vari temi, che passano dal coinvolgimento dei cittadini sull'impianto dei rifiuti alla fine della querelle sui B4a, dalla messa in sicurezza di Piano della Sentinella allo sviluppo aeroportuale, dalle infrastrutture e la riqualificazione del lungomare di Fregene al riassetto della macchina amministrativa. «Chiedere un cambiamento», chiariscono, «non significa disconoscere il lavoro fin qui svolto, ma piuttosto svolgere con serietà e con responsabilità il ruolo per il quale siamo stati eletti, quello di amministratori locali. L’autosospensione? Proseguirà fino a quando non otterremo risposte concrete, prima che sia troppo tardi e le scelte per Fiumicino le facciano altri.