Esplosione in negozio all’Alberone

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Ha distrutto una palestra, la deflagrazione avvenuta questa notte all’Alberone, in via Francesco Valesio, verso le quattro e solo per caso è stata evitata una strage. La palestra al piano terra di un palazzo in via Francesco Valesio non esiste più, restano solo serrande divelte e detriti misti ad oggetti personali sulla strada. Le conseguenze sull'edificio sono gravi: un grande terrazzo, al primo piano e che si affacciava sull'interno del condominio, è completamente sprofondato nel cortile; spazzato via anche un piccolo spazio all'aperto di un bar ora, completamente pieno di detriti del muro della palestra crollato.Secondo i vigili urbani, accorsi assieme ai vigili del fuoco, mezzi del 118 e polizia la causa più probabile è una fuga di gas ma non si escludono altre ipotesi. 

Secondo una prima ricostruzione, i vigili del fuoco sono intervenuti questa notte, verso le tre, per la segnalazione di una fuga di gas. Poi l'esplosione che ha investito in pieno un civile e due vigili del fuoco. Una vicenda che ricorda, anche se in questo caso non ci sono state vittime, quella di via Ventotene, quando il 27 novembre del 2001 un'esplosione causata da una fuga di gas costò la vita a quattro donne e ad altrettanti vigili del fuoco.Quattro persone sono state ferite dei quali tre vigili del fuoco: uno è stato dimesso con 15 giorni di prognosi, un altro è invece in osservazione per accertamenti, l'ultimo è un ferito lieve.

«Mamma mia, è un disastro. La palestra non c'è più. Meno male hanno appurato che non è colpa nostra», sconvolto, il proprietario della palestra non si ferma un minuto e continua a fare su e giù davanti l'entrata del suo locale ora completamente divelta. «Noi non abbiamo gas – ha aggiunto – neanche per il riscaldamento perchè qui è tutto elettrico. Quindi è impossibile che sia stata colpa nostra. Pare sia stata una fuga di gas in una conduttura del palazzo. Certo i danni alla palestra sono tantissimi, non esiste più. Meno male nessuno si è fatto male. Poteva essere una vera e propria tragedia». Intanto sono state sgomberate le 15 famiglie che abitano nello stabile di otto piani interessato dall'esplosione. Saranno assistite dal Comune di Roma.

«Ho visto delle fiamme ed ho sentito un boato enorme. Sembrava una bomba». Così una anziana signora, inquilina del civico 28 in via Francesco Valesio, ha ricordato quegli attimi di terrore subito dopo l'esplosione avvenuta questa notte a Roma a causa di una fuga di gas. Spaventati, disorientati e con la paura di non poter risalire a casa loro. Seduti in fila sul marciapiede, dalle tre di questa notte, con visi stanchi e provati anche dal caldo una ventina di inquilini, la maggior parte anziani attendono di rientrare nelle loro abitazioni. «Dopo lo scoppio – ha commentato una coppia con un bambino piccolo di due anni – abbiamo visto del fumo nero. C'era un odore acre come di plastica bruciata e non si riusciva a respirare. Ci siamo spaventati tantissimo e subito ci siamo catapultati giù per le scale insieme a nostro figlio piccolo per cercare di salvarci. Non sapevamo cosa fosse successo. In un primo momento abbiamo pensato ad una bomba poi invece abbiamo realizzato che era saltata in area la palestra sotto casa. Speriamo ora di poter rientrare a casa». «Ho sentito un botto tremendo ed ho visto un lampo blu. È successo tutto in pochi secondi e non ho avuto il tempo di rendermi conto di cosa era successo che ero sceso già giu in strada». L'inquilino del primo piano dell'edificio interessato dall'esplosione è ancora incredulo e continua a fissare da una finestra del palazzo accanto quel che rimane del suo terrazzo: un enorme montagna di detriti da cui ogni tanto spuntano sedie, un dondolo, una bicicletta e pezzi di veranda. «È pensare che ogni sera noi ceniamo sul terrazzo – ha aggiunto – meno male è successo di notte senno ora eravamo tutti morti». Insieme a lui i suoi fratelli anche loro ancora provati dalla brutta esperienza di questa notte: «Quello è il nostro dondolo – ha commentato indicando a chi gli stava vicino i suoi oggetti sommersi dai detriti – quello invece è quel che resta della nostra veranda. È incredibile, non riesco proprio a crederci che sia successo a noi: la nostra casa è irriconoscibile».

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