Ieri mattina quattro persone in rappresentanza delle associazioni degli inquilini Ater hanno occupato gli uffici del presidente. I rappresentanti dell’associazione comitato Inquilini Corviale, del comitato Corviale Domani e degli abitanti del palazzone di Corviale si sono recati presso la sede Ater di Lungotevere Tor di Nona per un colloquio con il presidente Bruno Prestagiovanni. L’obiettivo era quello di chiarire una volta per tutte la posizione dell’Ater stessa nei confronti della questione fondi bloccati per la riqualificazione del “Serpentone” e, soprattutto, per cercarne una svolta concreta. Al termine del colloquio, la decisione di occupare gli uffici. Una presa di posizione forte, che andrà avanti finché non si arriverà a ottenere un incontro con la presidente della Regione Polverini e con l’assessore Buontempo, accusato dalla comunità di Corviale di abusi e illegittimità sul progetto in questione.
«Questa volta oltre ad una risposta vogliamo anche una soluzione – ha dichiarato Pino Galeota, portavoce di Corviale Domani – da tempo cerchiamo di avere un incontro con la Polverini, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Qualcuno deve dar spiegazioni per questi ritardi che stanno arrecando solo danni a Corviale e al suo Quadrante». Ritardi che, come spiega ancora Galeota, porterebbero a una perenzione che cancellerebbe di fatto i fondi stanziati; un’ipotesi dalla quale l’Ater sta cercando di tutelarsi chiedendo una proroga alla Regione che, anche in questo caso, tace. La stessa Ater ha inoltre richiesto da più di un mese ai massimi esponenti regionali una «assunzione di responsabilità» sulla questione, stilando (a seguito di sopraluoghi) un elenco dettagliato di problematiche ormai improrogabili, che mettono quotidianamente a repentaglio la sicurezza e l’incolumità degli abitanti del palazzone. «Se questo progetto di riqualificazione non è condiviso dalla Regione – ha dichiarato il presidente Prestagiovanni – qualcuno ce lo deve almeno comunicare ufficialmente».
L’occupazione si è poi conclusa nel tardo pomeriggio, quando il consigliere regionale Presidente della Commissione Lavori Pubblici e Politica della Casa Rodolfo Gigli ha garantito che verrà fissato un incontro tra le parti a fine novembre». In serata è intervenuto l’assessore regionale alla casa Teodoro Buontempo: «La stragrande maggioranza degli inquilini di Corviale è contraria ad effettuare lavori per sanare spazi occupati abusivamente. L’intero edificio ha bisogno di ben altre manutenzioni, per le quali c’è tutto il nostro impegno per migliorare la qualità della vita di chi vi abita. Non sappiamo – sottolinea Buontempo – per quali oscuri interessi si faccia tanta pressione per quel quarto piano che, anche nel progetto dell’architetto Fiorentini, doveva appartenere a tutti gli inquilini, e non solo a chi ha occupato abusivamente. Poco o nulla, invece, si fa per riqualificare gli spazi necessari per restituire un minimo di vivibilità a quei coraggiosi cittadini che hanno reagito al degrado e all’emarginazione costituendosi in comunità attive, e che spesso si sono trovate a dover lottare anche contro i sedicenti comitati pro-Corviale i cui componenti abitano, in gran parte, in altre zone della città. Comunque sia – continua Buontempo – i fondi stanziati restano tali e nessuno ci ha ancora spiegato come mai la Giunta Marrazzo e la dirigenza dell’Ater del Comune di Roma nominata da Marrazzo non abbiano fatto ciò che adesso si chiede di fare alla giunta di centrodestra. Quelle aree hanno altresì bisogno di un cambio di destinazione d’uso del quale, al momento, non abbiamo notizie. E’ un errore, poi, confondere l’impegno di spesa per la verticalizzazione con i costi da sopportare per sanare una incredibile situazione, mentre vi sono, solo a Roma, oltre 1600 famiglie aventi diritto alla casa che sono in lista di attesa da anni e che non sarebbero certo felici di constatare che, mentre loro continuano a restare in attesa, si spendono denari pubblici per premiare chi ha occupato abusivamente degli alloggi. Vorremmo conoscere il censimento aggiornato di coloro che vivono in quegli spazi e sarebbe indispensabile sapere in quali alloggi verrebbero collocate, durante il periodo dell’intervento, le 125 famiglie presenti al quarto piano di Corviale e chi se ne farebbe carico».
di Michela Di Piazza e Ivan Selloni