«No all’ampliamento del campo»

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Ciampino dice “no” all’ampliamento del campo nomadi de “La Barbuta”. Ieri 200 cittadini hanno sfilato tra le vie della città per ribadire il proprio dissenso contro quella che reputano «la favoletta alemanniana del Villaggio della Solidarietà», la nuova struttura abitativa prevista dal Campidoglio e che in teoria domani dovrebbe aprire i battenti a 350 nuclei rom (circa 400 persone già vivono lì, ndr): «I lavori stanno andando avanti – avverte il sindaco Lupi -, ma l’apertura del 10 novembre è per il momento scongiurata. Da qui a poco dovremmo chiedere un altro incontro poiché nel pratico non sappiamo ancora come verrà gestito il campo, sia sotto il punto di vista sociale e dei servizi, sia per l’impatto che avrà sulla nostra comunità».

Di certo c’è la volontà del Comune e della collettività di contrastare un’opera edilizia inserita «in un’area inidonea e pericolosa, in un territorio – incalza Lupi – con vincolo archeologico e su una falda acquifera, con annessi materiali tossici per qualsiasi essere umano». E come hanno illustrato gli esponenti del Pd ai cittadini nel convegno post manifestazione, proprio in quell’area dovrebbero sorgere 116 casette di 32mq e 40 di 24mq. Sulla quantità di alloggi per abitazione, però, è guerra di numeri: «Se le preoccupazioni fossero confermate, non si parlerebbe di villaggio ma di standard allarmanti – tuona il segretario del Pd locale Marco Catalini -. Quella di Alemanno è solidarietà “prefabbricata”, noi vogliamo solo il rispetto della legalità».

Per Catalini sarebbe un grande errore definire Ciampino «città razzista», ma piuttosto un paese che fa dell’integrazione una virtù con ben 40 bimbi rom che frequentano i plessi scolastici locali. Cittadinanza e Amministrazione chiedono, quindi, a prefetto e Comune di Roma più considerazione in un percorso decisionale che, se non verrà stoppato, rischia di avere effetti devastanti: «Siamo preoccupati per le condizioni di vivibilità dei rom – aggiunge l’assessore Sisti -. La scelta della Capitale non la approviamo: siamo stati vittime di una violenza perché il nostro Comune, a ridosso delle criticità di Roma, non è stato nemmeno consultato». In molti si augurano un cambio di tendenza: «Le speranze ci sono – confida Lupi – anche se sinora abbiamo ottenuto poco, nonostante ci sia una sentenza del Consiglio di Stato che ci dà ragione. Speriamo che questa manifestazione non rimanga inascoltata». Ciampino non vuole essere lo scaricabarile della Capitale: né adesso, né mai.

 Marco Montini

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