Il declino di piazza Castelli Romani

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C’era una volta piazza dei Castelli Romani. Quella che negli anni ’80 richiamava famiglie da tutta Roma Sud, attratte dalle stagioni dei circhi itineranti che l’area verde ospitava. Quella dell’oratorio San Gaspare, punto di ritrovo per centinaia di ragazzi del quartiere. Poi, negli anni ’90, la riqualificazione che, oltre a un parcheggio vitale per un quadrante a così alta densità abitativa, avviò la costruzione di ampie scalinate, giardini e un’area asfaltata utile soprattutto per i mercatini dell’usato del libro, ancora oggi fortissimo richiamo per migliaia di studenti che per dribblare il caroprezzi arrivano all’Appio Tuscolano anche da fuori città. Succede però che nel tempo l’enorme piazza cominci ad essere trascurata, trasformandosi a tratti in habitat naturale per immondezzai, bivacchi e giacigli di fortuna. Per non parlare del destino delle panchine e della segnaletica, ridotti ormai a tristi monoliti senz’anima.

Emblematica la testimonianza di un’abituale frequentatrice del posto: «Sono mamma di una ragazza disabile e vengo qui tutti i giorni in quello che era un parco. Lo spettacolo lo vedete da voi: nessuno scivolo per le carrozzine sgombro da auto in divieto, nessuna panchina sana, mura imbrattate e sporcizia ovunque. E siete fortunati perché proprio la scorsa settimana una squadra dell’Ama ha portato via immondizia e materassi che si erano ormai accatastati dal lato della parrocchia». Giriamo a questo punto la questione al Municipio IX, che tramite l’Asssessore ai Lavori Pubblici Menghi dichiara: «L’Ama si è dimostrata sempre disponibile a intervenire nella zona in questione. Per ciò che concerne l’area verde noi purtroppo non abbiamo competenza, possiamo però fare una controsegnalazione al Servizio Giardini del Dipartimento Politiche Ambientali di Roma Capitale, che provvederà alla riparazione delle panchine o alla loro rimozione se ritenute pericolose. A un patto però – chiosa laconico Menghi – che ci siano i fondi». 

 Marco Di Tommasi

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