Blatta nel cappuccino, condannato bar

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Un bar di piazza Mazzini è stato condannato a risarcire economicamente con 1.000 euro una donna, Angela, che aveva trovato una blatta dentro un cappuccino.

Il fatto è avvenuto il 16 dicembre 2006, alle 21.50 circa, quando una commercialista operante nel quartiere Prati si recava presso il bar “Gran Caffè Mazzini” e lì ordinava un cappuccino. Sentito un oggetto strano in bocca, la donna si accorgeva che si trattava di un insetto. A quel punto, iniziava ad avere prolungati conati di vomito, seguiti da un forte disgusto e senso di nausea protrattisi per giorni.

La commercialista decide di rivolgersi al CODACONS e di segnalare l’accaduto ai Nas che hanno svolto delle ispezioni al bar, rilasciando un verbale dal quale è emerso il ritrovamento di una confezione di carne invasa da blatte.

Dopo le analisi, la donna decide di avviare una causa contro il bar in questione e il giudice (Clara Cormio, XII sezione) ha riconosciuto pienamente le ragioni della consumatrice condannando il bar al pagamento di 1.000 euro per il risarcimento del danno non patrimoniale.

«Si tratta della prima sentenza in Italia che riconosce il danno da “insetto nel piatto” – afferma l'avvocato Adducci del Codacons – Ora i consumatori che troveranno mosche, insetti o altri corpi estranei in pasti e bevande serviti nei pubblici esercizi, potranno utilizzare tale provvedimento del Tribunale per citare in giudizio gli esercenti che non rispettano le norme igienico-sanitarie».

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