L 'ingresso principale di Villa Paganini è in via Nomentana, proprio di fronte alla più rinomata Villa Torlonia. Sul marciapiede dissestato troviamo un paio di auto parcheggiate. Ci inoltriamo nelle vie che prendono il nome dei testimoni di giustizia e delle vittime del terrorismo. L'area giochi per i bambini è pulita e anche l'area ludica per i cani. Ci avviciniamo all'ingresso secondario di via della Fontana. I palazzi lungo la strada sono pieni di scritte e graffiti. A terra bottiglie, lattine e bicchieri di plastica. «Non è un fenomeno isolato», fa notare subito una mamma. Rientriamo nel parco e siamo attirati da un vociare desueto per dei giardini frequentati per lo più da famiglie. Ci avviciniamo e troviamo bicchieri e lattine proprio vicino alla cascata, al centro della villa.
«L'area è sorvegliata – dicono – ma non abbastanza». Ci avviciniamo alla terza entrata del parco, in largo di Villa Paganini. Anche qui segni di degrado: graffiti e cartacce e l'odore tipico di chi ha passato la serata in allegria. Alessandro Ricci, consigliere Idv, ha dichiarato a Cinque: «I lavori sono stati eseguiti molto bene. Ci vuole però più attenzione alla manutenzione e soprattutto alla sicurezza, visto che questa è stata usata più volte come bandiera dalla maggioranza». La Villa è stata inaugurata lo scorso giugno dopo una serie di interventi di riqualificazione finanziati da Roma Capitale: dalla bonifica del laghetto artificiale al ripristino dell'illuminazione, fino alla sistemazione delle panchine e delle ringhiere in ferro. Nel corso della storia Villa Paganini è stata più volte lottizzata, fino al 1934, quando la Villa è stata acquistata dal Comune e aperta al pubblico alla presenza di Benito Mussolini.
Paola Filiani