Medicina del lavoro, scatta il rinvio a giudizio per due. Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Velletri ha già fissato per il 18 gennaio un’udienza in cui saranno ascoltati il medico anziate Pasquale Matone e il suo socio di studio Roberto Denni, oltre al dirigente comunale Silvio Criserà. Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per Denni e per il dirigente comunale, sulla scia di quanto accaduto nei mesi precedenti. Una storia particolare, iniziata con un esposto presentato da Matone, nel quale accusava Denni di svolgere un’attività di medicina del lavoro ad insaputa del socio. L’epilogo (momentaneo) fa registrare invece una richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di falso in concorso nei riguardi dello stesso Denni e del dirigente dell’area economica-finanziaria del Comune Criserà.
Nel dispositivo del pubblico ministero si evince che Criserà, quale funzionario del Comune anziate, affidava il servizio di medico competente del lavoro allo studio medico Anteo del dottor Denni, senza alcuna procedura di evidenza pubblica, e ciò solo al fine di far conseguire al Denni un profitto di circa 60mila euro pari al compenso spettante per la prestazione. (Denni secondo l’accusava operava all’insaputa dell’altro titolare dello studio, ovvero il dottor Matone). C’è poi un altro risvolto della vicenda, su cui stanno facendo accertamenti le Fiamme Gialle. La Finanza, su mandato del sostituto procuratore Giuseppe Travaglini sta ascoltando centinaia di dipendenti comunali, al fine di verificare quante visite mediche avesse commissionato il Comune e quante ne siano state fatturate effettivamente dallo studio Anteo. Ci sono altri aspetti da approfondire, di cui terranno conto sicuramente i giudici nell’udienza del 18 gennaio. Nel frattempo il Comune di Anzio ha preferito affidare il servizio per la medicina del lavoro per i propri dipendenti direttamente ai medici del distretto sanitario locale.
Marcello Bartoli