Era ricorso in Cassazione dopo il no del Tribunale di sorveglianza giunto nell’ottobre del 2010, ma al detenuto è andata male anche questa volta: niente fumetti “hard” per lui.
Il 41enne, detenuto nel carcere di Parma, si era già visto negare l’acquisto di fumetti “hard” da parte dell’impresa convenzionata in quanto, secondo il magistrato di sorveglianza, le riviste richieste non erano oggetti di indispensabile utilizzo. La Cassazione ha così motivato la sentenza: “l’amministrazione penitenziaria non è tenuta a esaudire la richiesta di acquisto di determinate riviste o determinati periodici quando i medesimi non siano previsti tra i generi e gli oggetti inclusi nell’elenco di quelli acquistabili all’esterno attraverso l’impresa convenzionata”. Il detenuto, tuttavia, sarà libero di chiedere ad amici e parenti l’invio di tali fumetti, per coltivare senza problemi le sue passioni.