Potrebbe rivelarsi come una bolla di sapone o passare invece agli annali come la mossa decisiva. Se la delibera approvata dal Consiglio comunale veliterno, riunitosi in seduta straordinaria all’interno della clinica San Raffaele (tra i convenuti anche il vescovo Vincenzo Apicella), sarà stata in grado di partorire un topolino o, come tutti si augurano, smuovere una montagna, lo capiremo solo entro i prossimi 8 giorni. Quelli fatidici, che separano la clinica dalla definitiva chiusura. La clessidra scorre impietosa verso la data “x” eppure il Consiglio comunale e i movimenti di lotta non hanno perso le speranze e invitano chi di dovere a visitare la struttura per rendersi conto della sua regolarità.
Se possa bastare o meno una mossa del genere, tradotta nella mozione poi approvata nella serata di lunedì, è arduo prevederlo, ma dopo i tagli all'ospedale e quelli in arrivo alla clinica Madonna delle Grazie, la chiusura definitiva del San Raffaele si abbatterebbe come una mannaia sulla quantità e qualità del servizio sanitario offerto in un territorio cosi vasto e popoloso. Proprio nella delibera finale non è mancato l’accenno agli oltre 150mila abitanti che si servono dei servizi ospedalieri veliterni. «Il ridimensionamento dei posti letto – si legge nella mozione – mette a rischio la risposta alla domanda di servizi sanitari e anche i livelli occupazionali».
Con l’approvazione della mozione il Consiglio comunale ha impegnato l’Amministrazione ad «intraprendere ogni azione necessaria ai vari livelli istituzionali per far rispettare il verbale d’istanza sottoscritto il 26 ottobre, nel quale si intimava di effettuare la verifica dell’idoneità della struttura, come risulta anche confermato nell’incontro con prefetto, Regione, Asl Rmh, gruppo San Raffaele spa e il sindaco del Comune di Velletri. In assenza di tale verifica si chiede allora di mantenere funzionante la struttura».
Daniel Lestini