«La Regione ci paghi le indennità»

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Uno sciopero per dire basta a precarietà e mancati stipendi. Quella di mercoledì è stata una giornata di protesta al tribunale di Velletri per 40 tirocinanti che dalla Regione Lazio attendono ancora le paghe degli ultimi tre mesi: «Come lavoratori precari della giustizia – spiega il portavoce, Emiliano Viti – abbiamo deciso di sospendere la nostra attività negli uffici giudiziari di Velletri e Roma. Questa decisione è stata presa perché le indennità che avremmo dovuto ricevere dalla Pisana non sono state pagate».

Stipendi che ammontano a circa 300 euro mensili: un’inezia. Sotto accusa è l’assessore regionale e alle politiche sociali, Mariella Zezza. «Dall’assessorato ci è stato confermato – specifica Viti – che manca la copertura economica e che nel secondo semestre del tirocinio potremmo essere inviati in altri uffici giudiziari: da Velletri a Civitavecchia ad esempio. Tali decisioni potrebbero pesare sul nostro carico di spese e compromettere il percorso di formazione e reinserimento lavorativo».  

Un percorso, quello dei 40 tirocinanti, iniziato nel giugno 2010 con la Provincia di Roma e che ha intrapreso la strada del calvario, una volta passato sotto la Regione. «Sembra che dovremmo aspettare la riapertura del bilancio regionale di gennaio. Se saremo fortunati – incalza il portavoce – i primi spiragli di luce si vedranno solo a febbraio. Ma allo stato dei fatti rimaniamo dubbiosi, visto che ci sono già grandi problemi a reperire risorse per pagare i nostri primi sei mesi di tirocinio. Figuriamoci il resto».  Veramente un peccato, visto e considerato che il lavoro dei 40 lavoratori cassaintegrati e in mobilità è stato «ampiamente apprezzato dai presidenti dei tribunali e dei cittadini che quotidianamente incontriamo nelle cancellerie», racconta Viti che poi esorta la Zezza al dialogo per avere risposte certe sul futuro e sui pagamenti: «Magari dicendo – chiosa il portavoce – che fine ha fatto il “cantiere-giustizia” che a maggio aveva preannunciato in un convegno pubblico al tribunale di Civitavecchia».

 Marco Montini

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