Ancora nessuna schiarita per i 76 lavoratori dell’Argol, la società italiana di logistica che dal prossimo 2 febbraio sarà sostituita dalla multinazionale statunitense Cema nella fornitura di servizi ad Alitalia-Cai presso Cargocity a Fiumicino. Per i dipendenti, cui si prospetta lo spettro della mobilità, in realtà si apre il dramma della perdita del lavoro. Senza alcuna possibilità di reinserimento lavorativo.
Michela Califano, capogruppo del Partito Democratico al Comune di Fiumicino che ormai da mesi segue la vicenda, si è rivolta all’europarlamentare Debora Serracchiani perché sottoponga all’attenzione del Parlamento di Strasburgo il “caso Argol”. Fino ad oggi, infatti, si sono «rivelati inutili i diversi incontri avvenuti nelle ultime settimane tra Cai-Alitalia, Argol, Aeroporti di Roma, Enac, sindacati, Prefetto, Regione Lazio, Assoaeroporti e tutte le parti in causa», afferma il consigliere Califano. Secondo quanto riferisce il capogruppo piddino, «ogni proposta messa sul tavolo per salvare i 76 posti di lavoro è rimbalzata sul muro alzato da Alitalia e dall’amministratore delegato, Rocco Sabelli, che hanno ribadito con un “no” a qualsiasi tentativo di mediazione. Il motivo?», chiede Califano: «I dipendenti dell’Argol non rientrano nei piani industriali della compagnia di bandiera». Così l’unica prospettiva è la mobilità, già dichiarata dalla società, e forse la cassa integrazione straordinaria in deroga che potrebbe essere concessa dalla Regione Lazio.
Per i lavoratori, che hanno trascorso le recenti festività nell’angoscia, sono momenti di ansia anche se tengono duro e continuano nel presidio con il camper. Fallita l’attesa audizione alla Pisana del 27 dicembre scorso alla commissione Politiche sociali e lavorative, presieduta da Maurizio Perazzolo, Lista Polverini, sulla delicata situazione, nel corso della quale Alitalia-Cai ha motivato la decisione riferendo di una «razionalizzazione e internalizzazione delle attività di logistica», è stato un flop anche l’incontro in Prefettura del 30u.s.. Adesso tutte le speranze sono riposte nel Parlamento europeo ed in un suo eventuale pronunciamento a favore dei 76 lavoratori.
Maria Grazia Stella