È dovuto a un difetto di notifica a due imputati il rinvio al 23 gennaio dell'udienza preliminare relativa a un presunto tentativo di estorsione che sarebbe stato perpetrato ai danni dell'ex presidente della Regione Piero Marrazzo.
In quell'occasione il legale di Marrazzo, l'avvocato Luca Petrucci ha annunciato che chiederà al gup Massimo Di Lauro la costituzione quali responsabili civili del ministero della difesa e di quello dell'interno, "perché quando i carabinieri, qui imputati – ha detto – hanno commesso dei reati avevano la divisa indosso e svolgevano la funzione di pubblici ufficiali. Questa vicenda non è il caso Marrazzo. Questa è la storia di quattro carabinieri che facevano il bello e cattivo tempo sfruttando la loro posizione". Un legale dell'Avvocatura di Stato ha invece annunciato la richiesta di costituzione di parte civile del ministero della difesa.
L’udienza riguarda otto persone coinvolte, a vario titolo, nell'indagine della procura non solo sul tentativo di ricatto ai danni di Marrazzo sorpreso in compagnia del trans Natali, ma anche sulla morte del pusher Gianguerino Cafasso. Per quanto riguarda l’episodio che riguarda l’ex governatore del Lazio il procuratore reggente Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli hanno chiesto il processo per quattro carabinieri della Compagnia Trionfale (Nicola Testini, Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Antonio Tamburrino) per tre piccoli pusher (Emiliano Mercuri, Massimo Salustri e Bruno Semprebene) e per la stessa Natali (all’anagrafe Josè Silva Vidal). Associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e allo spaccio di droga, falso, calunnia, perquisizione arbitraria, rapina, violazione di domicilio, violazione della privacy, ricettazione, i reati contestati a seconda delle posizioni. Contro i carabinieri hanno annunciato la costituzione di parte civile anche i difensori di Natali, di Giuseppe Genco (accusato falsamente di aver nascosto in auto un po' di cocaina), l'avvocato dello Stato per conto del ministero della Difesa e i familiari di Cafasso. Marrazzi fu sorpreso in un monolocale in via Gradoli dai carabinieri Luciano Simeone e Carlo Tagliente (previo accordo – per i pm – con il maresciallo Nicola Testini, in ferie a Bari). In quella occasione, i due militari girarono col cellulare un breve filmato, riprendendo anche della cocaina su un comodino (rimediata dal viado per l'occasione grazie a Semprebene), si impossessarono di 5.000 euro in contanti e costrinsero il politico, "con la minaccia di gravi conseguenze, a compilare e a consegnare tre assegni dell'importo complessivo di 20.000 euro".
A Tamburrino è contestato il tentativo di ricettazione del video. Testini deve rispondere anche di omicidio volontario pluriaggravato in relazione alla morte di Cafasso avvenuta la notte tra l'11 e il 12 settembre del 2009 in una camera dell'Hotel Romolus in via Salaria dove viveva. Secondo i pm, Testini, "al fine di procurare a se' e ai suoi complici Simeone e Tagliente l'impunità, cagionava la morte di Cafasso cedendogli un quantitativo di sostanza stupefacente consistente in una miscela di eroina e cocaina. Con le aggravanti di avere agito con premeditazione e col mezzo di sostanza venefica".