Terremoto a palazzo Marconi. Dopo le denunce, gli esposti, le polemiche, le mozioni e l’inchiesta scattano gli arresti. Abuso d’ufficio e falso ideologico: questi i reati imputati ad un ex dirigente e ad una funzionaria del Comune di Frascati nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Anagnina Uno’ e tesa a fare luce sulla cessione di circa 250mila metri quadrati di terreni comunali lungo la via Anagnina.
Per i due ieri mattina sono scattati gli arresti domiciliari da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati. Nel mirino, come detto, la vendita a privati (indagati anche loro) ad un prezzo ritenuto troppo basso e senza alcuna procedura di evidenza pubblica: nelle casse del Comune sarebbero quindi dovuti entrare circa 8 milioni di euro a fronte dei circa 18 stimati dal perito della Procura in fase di indagine. Una vicenda che parte da lontano da articoli apparsi sulla stampa nazionale ma anche da numerose mozioni ed interrogazioni presentate dalla minoranza in Consiglio comunale. Laconico il commento dell’Amministrazione comunale di Frascati che, appresa la notizia degli arresti domiciliari, nel dirsi parte lesa «si dichiara fiduciosa nell’operato della Magistratura e confida che nel corso del procedimento i due arrestati dimostrino la loro estraneità ad ogni ipotesi di reato, vedendo riaffermata la loro onestà. Agli stessi l’Amministrazione si dichiara umanamente vicina».
Grande soddisfazione invece tra i consiglieri di opposizione che da mesi chiedono spiegazioni all’Amministrazione comunale. «Abbiamo cercato in tutti i modi di avere qualche risposta su questa trattativa – dice Mirko Fiasco (Pdl) – ma nessuno ci ha mai risposto. Questo passaggio, che segue al sequestro dei terreni qualche settimana fa, certifica il fallimento politico e amministrativo dell’attuale amministrazione comunale e di quella precedente. Chiediamo a gran voce che il sindaco Stefano Di Tommaso, per dovere morale, si dimetta». Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Privitera (Lista D’Orazio): «Sono personalmente molto soddisfatto e voglio ringraziare il procuratore capo della Procura di Velletri, Silverio Piro ed il sostituto procuratore Travaglini. Putroppo da tempo chiediamo spiegazioni alla maggioranza e non ne abbiamo mai ricevute: abbiamo denunciato in Consiglio comunale il fatto che questa procedura non poteva essere eseguita eppure si è scelto di andare avanti».
Marco Caroni