Continua la protesta dei lavoratori Argol. Oltre ad essersi incatenati all'interno del terminal T1 dell'aeroporto di Fiumicino, alcuni lavoratori questa mattina sono saliti sulla scala esterna dell'Avio 6, hangar dell'area tecnica dell'aeroporto da dove, a trenta metri d'altezza, hanno affisso due striscioni con le scritte «operai Argol» e «no licenziamenti».
«Lavoro nel settore logistico dal 2000 per Argol – racconta Luca Gasperini, dal presidio nell'area tecnica dello scalo – con un contratto a tempo indeterminato. Avevamo 150 chiamate giornaliere suddivise in turni h24. Nonostante il lavoro non sia diminuito non ci chiamano più, perché al nostro posto sono stati prese 20 persone con contratto stagionale. Noi siamo stati formati per lavorare su attrezzature sofisticate e mezzi speciali per maneggiare materiali costosi come il generatore del motore di un aereo che da solo costa 500 mila euro».
«Non possono lasciare senza lavoro 76 famiglie soprattutto – spiega Fabio Frati, tra i lavoratori incatenati nel terminal – dopo aver inserito la clausola sociale che stabilisce che se una quota di lavoro viene trasferita i lavoratori devono seguirla. Alitalia però non intende rispettarla».