Danilo Speranza, detto “il guru di San Lorenzo”, arrestato per violenza sessuale a marzo del 2010 ora è libero e soggetto solo all'obbligo di firma per decadenza dei termini di per gli arresti domiciliari. Sull'uomo pendono delle accuse gravissime. Prima fra tutte, quella di aver abusato sessualmente di ragazzine tra i 10 e i 12 anni. Sono state due di loro a raccontare tutto alle loro madri, e a far scattare le manette ai polsi dell’uomo.
Potente in maniera inquietante, Speranza era a capo di “Maya”, un’associazione “mistica” che contava circa 1000 adepti. Da quanto sembra “e da quanto dichiarato dall’accusa, il sedicente maestro yoga si faceva avvicinare da persone in difficoltà e le curava con pratiche crudeli, agendo violenze sul piano fisico e sul piano psicologico. Le due ragazzine, che sono riuscite a superare la paura che incuteva loro con a fianco le loro mamme hanno trovato la forza di raccontare particolari raccapriccianti alle operatrici dei centri antiviolenza gestiti da Differenza Donna. Il procedimento penale che è scaturito dalle loro denunce presso il Tribunale di Tivoli ha però incontrato continui rinvii, e ad oggi non sono stati ancora ascoltati i testi principali. Nel frattempo sono decorsi i termini massimi previsti per la misura degli arresti domiciliari. Oggi l'imputato Speranza Danilo è libero ed soggetto solamente all'obbligo di firma.
La prossima udienza è prevista per il prossimo 15 febbraio, per sentire l'operante che ha svolto le indagini ed il medico che riferirà sulle condizioni di salute ed in particolare la possibilità di avere rapporti sessuali. Le diverse associazioni impegnate nel settore, Casa internazionale delle donne, Solidea Istituzione di Genere della Provincia di Roma, Consulta femminile della Regione Lazio, Consigliere di Parità delle Regione Lazio, Consigliere di Parità delle Provincia di Roma, Casa internazionale delle donne, Differenza Donna, Befree, Se non ora quando Roma chiedono di riportare all’attenzione il caso Speranza, non per animare un processo mediatico ma per chiedere un’udienza dedicata, che possa permettere di arrivare ad una sentenza giusta e aiuti le vittime a superare il trauma con cui questa vicenda le ha segnate.