Non ne vuole sapere di rassegnarsi ad una storia finita e così, a distanza di pochi mesi dall’arresto per “stalking”, ha ricominciato a minacciare di morte la donna con messaggi sul cellulare, telefonate a tutte le ore del giorno e della notte, pedinamenti e appostamenti sotto casa. Stufa e preoccupata per le minacce che in alcuni casi hanno riguardato anche il figlio minore, la donna si è nuovamente rivolta alla Polizia.
Questa volta per l’uomo nessuno sconto di pena. Il Giudice, dopo le ennesime prove raccolte dagli agenti del Commissariato S. Paolo, diretti dal dr. Paolo Volta, che hanno condotto le indagini, ha deciso per la custodia in carcere. La storia inizia qualche anno fa, quando la donna conobbe lo straniero, che all’epoca lavorava in un negozio di frutta e verdura. I modi garbati dell’uomo avevano ingannato la donna.
A dicembre del 2009 la vittima, intuito che l’uomo era spinto da interessi personali e non da sentimenti sinceri, decise di interrompere la relazione. E’ a questo punto che lo “stalker”, dopo un breve periodo in cui ha cercato di riconquistare la donna con un comportamento corretto, ha cominciato a minacciarla. Intimidazioni, intromissioni nella vita personale della donna anche tramite un noto social-network, minacce anche per il figlio, spesso avvicinato dall’uomo nel giardino dove era solito giocare o all’uscita di scuola. Costretta in casa per non incontrarlo, aveva dovuto staccare il telefono, anche quello di casa e il citofono. Dopo la denuncia della donna, il 9 maggio dello scorso anno, in seguito dell’ennesima aggressione dello straniero, gli agenti sono intervenuti arrestando l’uomo in flagranza. A.M.A.S., egiziano, nonostante gli fosse stato vietato di avvicinarsi alla donna, ha continuato con le minacce.
Dopo l’ennesima telefonata, la magistratura ha incaricato gli investigatori del Commissariato S. Paolo di procedere all’arresto dell’uomo che nella giornata di ieri, è stato rintracciato dal negozio preso il quale lavora. Condotto in carcere e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria dovrà rispondere del reato di atti persecutori.