Sono sempre più agguerriti i lavoratori Sigma Tau in lotta contro la cassa integrazione ormai da 37 giorni. Più di un mese di presidio ininterrotto davanti ai cancelli dello stabilimento di via Pontina, che ha attratto l’attenzione dei media nazionale fino a far scoppiare il “caso Sigma Tau” in tutta Italia, con dipendenti di altre società in crisi che cercano contatti per avere suggerimenti sulle strategie da adottare.
E di strategie i lavoratori dell’azienda farmaceutica pometina ne stanno mettendo in atto diverse: ultima in ordine cronologico l’occupazione – regolare – del marciapiede davanti a Montecitorio, ieri pomeriggio dalle 15 alle 19. Un presidio fatto da poco più di 50 persone, quante avevano ricevuto il permesso dalla Prefettura, che hanno protestato in maniera civile ed a tratti anche divertente, come quando hanno dedicato una canzone al Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Per l’ex banchiere di Banca Intesa i dipendenti hanno modificato il vecchio successo di Claudio Baglioni «Sabato pomeriggio (passerotto non andare via)», riassumendo nelle strofe della canzone la loro condizione di cassaintegrati che credevano in un futuro diverso per la loro azienda e per le loro famiglie. Azienda che, attaccata dai media, ha provveduto ad inviare la propria versione dei fatti sulla presunta evasione fiscale paventata nel corso della trasmissione Rai “Presa Diretta”.
«Il gruppo Sigma-tau – si legge nella nota – respinge totalmente il collegamento tra l’attuale CGIS di alcuni dipendenti con una presunta evasione in paradisi fiscali. Madeira non è incluso nella lista dei paradisi fiscali predisposta dal Ministero delle Finanze. Il regime fiscale di favore di cui gode Madeira è temporaneo e autorizzato dalla Commissione Europea e costantemente monitorato da quest’ultima e, soprattutto, non garantisce forme di anonimato bensì un regolare scambio di informazioni con le autorità fiscali italiane. Il documento redatto dall’Agenzia delle Entrate afferma che su Madeira sarebbe stato eventualmente spostato un reddito di 3,7 milioni di euro, che se confrontato con il fatturato 2007 derivante dalla vendita di prodotti farmaceutici pari a circa 474 milioni di euro ne rappresenterebbe appena lo 0,8%. La maggior parte della contestazione riguarderebbe, dunque, l’eventuale spostamento di reddito in stati quali la Francia, la Germania, il Regno Unito, la Spagna, l’Olanda e gli USA che certamente non possono essere considerati alla stregua di paradisi fiscali».
Maria Corrao