Malagrotta bis, aperta un’inchiesta

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Falso materiale e ideologico. Sono i reati ipotizzati dalla procura che ha aperto un’inchiesta in merito all’individuazione di nuovi siti per la costruzione di una discarica dopo la chiusura di Malagrotta. Il fascicolo, aperto a seguito di diversi esposti, fa riferimento a presunte irregolarità legate all'individuazione dei siti di Corcolle San Vittorino e di Riano per il post Malagrotta.

Nell’ambito degli accertamenti i carabinieri del Noe sono stati incaricati di verificare se le indicazioni fornite dagli esperti al commissario straordinario Giuseppe Pecoraro, corrispondano al reale e in particolare in merito ai rispetto dei criteri stabiliti «sotto il profilo della distanza dai centri abitati e dello stato del sottosuolo ». Criteri che, secondo alcuni denuncianti, non sarebbero stati rispettati. Gli investigatori sono stati inoltre delegati ad acquisire tutta la documentazione del caso in Regione e a sentire alcuni funzionari come persone informate sui fatti.

«E' un riconoscimento alle nostre istanze – commenta Giorgio Coppola del comitato Riano No discarica e incaricato ai rilievi nel sito di Quadro Alto. Gli studi redatti hanno una valenza troppo forte per non essere considerati. E non parliamo solo di vincoli. Mi auguro – continua – che la magistratura faccia ora il suo corso, ma credo che saranno i rilievi in corso a Riano ad accertare quello che stiamo dicendo da tempo». Agli studi scientifici si uniscono poi le modalità per l'individuazione dei siti che dalle dichiarazioni degli stessi protagonisti coinvolti nelle transazioni (vedi Manlio Cerroni) presentano ancora troppe ombre. Spetterà dunque alla procura e in seconda istanza al Tar dirimere la questione Malagrotta bis, un “intoppo” legale che rischia di allungare ulteriormente l’emergenza rifiuti.

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