"Diritti, salario, sicurezza , occupazione. I lavoratori contro la vendita dell'AMA" e "rifiuti: chi AMA Roma sceglie il porta a porta": questi gli slogan del presidio di protesta che si è tenuto oggi davanti la sede della direzione generale dell'Ama in via Calderon della barca 87.
Il presidio, al quale hanno partecipato una trentina di persone e che è stato organizzato dai lavoratori Ama e dall' USB,Unione Sindacale di Base, ha l'obiettivo di difendere condizioni di lavoro e qualità dei servizi. "Protestiamo oggi contro il nuovo piano industriale che l'azienda sta portando avanti – ha detto Paolo Tani, del coordinamento provinciale USB-Ama- che non risolve i problemi legati ai rifiuti ma scarica tutte le responsabilità sui lavoratori aumentando i carichi di lavoro e inserendo il lavoro domenicale obbligatorio per realizzare la cosidetta raccolta "duale", che per noi non risponde al problema dei rifiuti a Roma, risolvibile solo con la raccolta differenziata porta a porta".
"Tra i motivi della protesta- continua Tani- c'è anche il clima repressivo che si sta creando in azienda: 1.200 i provvedimenti disciplinari nel 2011, nei primi due mesi del 2012
sembrerebbe raggiunto quasi lo stesso numero. Contestiamo inoltre la costituzione della Società Ama Soluzioni Integrate, una scatola vuota realizzata per contenere servizi e lavoratori, tra i quali quelli della ex Marco Polo, che si vogliono svendere a società di comodo".