È stata dichiarata la morte cerebrale di Luigi Termano, l'operaio 26enne precipitato in un pozzo di 30 metri nel cantiere della metro C. Lo si è appreso da fonti sanitarie. Sono in corso all'Umberto I le procedure di accertamento della morte che generalmente durano alcune ore.
Durissimo l’attacco di Fillea Cgil: “E’ di qualche giorno fa la denuncia-dossier della Fillea di Roma e Lazio che metteva in evidenza tutti gli stati di illegalità presenti nei cantieri della Metro C, iniziando dalla mancata applicazione dei più elementari sistemi di sicurezza (caschi, giubotti, ecc.), alla mancanza di formazione sulla sicurezza, a contratti impropri, lavoro nero, abuso della pratica dei distacchi, orari di lavoro massacranti anche di notte e durante i fine settimana”. “L’incidente di ieri sera è la triste risposta a quanti mettevano in dubbio la serietà e la gravità della nostra denuncia – ha affermato Roberto Cellini, Segretario Generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio – L’allarme è la preoccupazione rimangono alti, visto che nel Decreto sulle Liberalizzazioni è previsto che le società che vengono certificate possano evitare le ispezioni. Visto che non si rispettano le norme ora, cosa ci dobbiamo aspettare dopo? Quanti altri incidenti dovremo vedere prima che ci si decida a fare qualcosa? Stiamo parlando del più grande cantiere d’Europa, un’opera fondamentale per Roma Capitale, con condizioni di lavoro indegne di un Paese civile. Ancora una volta in Italia la giustizia e la legalità devono passare sopra ai morti nei cantieri?”.