“Adesso multateci tutti”: gli attivisti dell’associazione QueerLab hanno dato vita ad un fash-Pride questa mattina, davanti all’ambasciata russa a Roma, "per protestare – spiega la nota – contro la legge antigay approvata mercoledì a San Pietroburgo. La norma approvata nella città federale russa prevede multe da 120 a 12.000 euro per coloro che parlano di omosessualità pubblicamente. 'La Rivoluzione Queer non Russa', con un riferimento alla storica campagna pubblicitaria del Manifesto, è stato lo slogan scelto dai giovani attivisti romani per lanciare un messaggio al governatore di San Pietroburgo, Georgy Poltavchenko". “Le speranze che il governatore fermi quella legge sono minime – hanno spiegato gli organizzatori – ma era importante mandare un messaggio di solidarietà alle persone omosessuali e transessuali russe”. “Anche da Roma – continuano – è importante lanciare un messaggio chiaro: è impensabile censurare l’omosessualità”.
"In base alla norma appena approvata – spiega la nota – è definita 'propaganda' omosessuale 'la diffusione mirata e incontrollata di informazioni in grado di danneggiare la salute e lo sviluppo morale e spirituale dei minori', in particolare quelle informazioni che possono creare 'un’impressione distorta' delle 'relazioni coniugali'”. “È evidente – sostengono gli attivisti di QueerLab – che questa legge potrà essere usata, e sarà sicuramente usata, per ridurre le persone omosessuali e transessuali all’invisibilità, per schedare le associazione lgbt e per impedire le manifestazioni pubbliche come i gay pride”. E proprio per rivendicare il diritto a manifestare l’orgoglio e la visibilità, i manifestanti hanno sparato coriandoli e lustrini colorati come durante le parate dei pride.
“Dopo le violenze e i divieti al pride di Mosca – aggiunge uno dei manifestanti – questa legge è un altro allarmante segnale di quanto la Russia stia diventando un paese invivibile per le persone lgbt”. "QueerLab – conclude la nota – è una nuova associazione lgbt romana, nata nell’ottobre scorso, che ha dato vita ad un blitz simile il 1° dicembre, in occasione della Giornata mondiale della lotta all’Aids, per protestare, davanti alla statua a Karol Woytjla alla stazione Termini, contro le politiche anti-preservativo del Vaticano".